29 Aprile 2015, 19:50
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CATANIA – “Siamo stati vittime e abbiamo denunciato tutto”. Questo il commento di Diego Planeta, dell’omonima azienda vitivinicola, che si è detto sconcertato di quanto appreso attraverso la stampa. Planeta, infatti, è una delle cinque aziende produttrici di vino dell’Etna che era finita nel mirino degli affiliati del clan Brunetto, arrestati nel corso del blitz di questa mattina. “C’è anche un altro particolare: – aggiunge Diego Planeta – abbiamo consegnato ai carabinieri un mazzo di chiavi dei cancelli della nostra azienda per permettere loro di effettuare dei controlli durante i loro pattugliamenti”.
L’azienda Planeta, inoltre, interviene con una nota ufficiale firmata dal suo legale l’avvocato Caterina Scaccianoce dove si smentisce che dall’impresa sia stato tenuto un atteggiamento “poco collaborativo”, così come emerso in conferenza stampa. Inoltre il legale ribadisce che “L’azienda Planeta, non solo non ha mai ricevuto richieste estorsive, né tanto meno ha aderito ad alcuna richiesta di tangenti o ha pagato compensi per presunte guardianie”.
L’avvocato Scaccianote ricostruisce i fatti oggetto di indagine da parte di carabinieri e Procura. “Un paio di anni fa, all’interno dell’azienda Planeta – dichiara il legale – fu ritrovata una bottiglia contenente, oltre a liquido infiammabile, un biglietto intimidatorio. Di ciò fu fatta immediata denuncia ai Carabinieri, prima da parte dei dipendenti, e poi dal rappresentante Diego Planeta, il quale oltre a fornire la massima collaborazione, fornì ai militari dell’Arma le chiavi dei cancelli dell’azienda per consentire loro continuo e libero accesso. Grazie a Dio (e alle forze dell’ordine), – conclude l’avvocato – nessun altro triste episodio di criminalità si è mai più verificato”.
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29 Aprile 2015, 19:50