Playa: furti e degrado. Ragusa:| “In inverno è terra di nessuno”

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10 Febbraio 2015, 10:52

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CATANIA – E’ una celebre canzone di Enrico Ruggeri, ma per altri il significato va ben oltre la melodia. Il mare d’inverno, per chi lavora o ha un’attività lungo il viale Kennedy o comunque nei pressi del litorale sabbioso di Catania, non ha nulla di piacevole. Per otto mesi, quello che in estate è il cuore pulsante della città, in inverno è sibolo di degrado, abbandono, isolamento, violenza. L’omicidio della giovane donna, trovata senza vita all’interno dell’ultimo degli stabilimenti del lungo litorale, non è altro che un esempio di quello che può accadere in una zona che, per la maggior parte dell’anno sembra quasi non appartenere alla città.

Come spiega Ignazio Ragusa, presidente provinciale del Sib, il sindacato dei balneari, che racconta di una playa invivibile nei lunghi e bui mesi invernali, di furti e danneggiamenti continui, di paura e di necessità di presidiare la zona tutto l’anno, proprio per evitare tragiche conseguenze. “Ogni anno subiamo furti e danneggiamenti anche molto rilevanti – afferma Ragusa. Hanno rubato i cavi di rame dagli impianti elettrici, strumentazioni e attrezzature – prosegue: basti pensare che uno stabilimento in particolare ha subito danni per 70 mila euro”.

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Ragusa, chiaramente, non entra nel merito dell’omicidio della donna trovata al Villaggio Europeo – “di questo ci sono persone ben più informate di me” – dice – ma illustra un litorale sabbioso pericoloso e inquietante, almeno nei mesi invernali, quando i controlli sono ridotti e le uniche strutture a presidiare il territtorio sono per la maggior parte chiuse.

Per questo torna a chiedere, come ogni anno da lungo tempo, che la destagionalizzazione di cui spesso parlano gli addetti ai lavori, possa diventare una realtà. “Aprire tutto l’anno non so, anzi non penso sia conveniente dal punto economico – continua il presidente del Sib – ma, sicuramente, eviterebbe quei danneggiamenti che subiamo sempre e darebbe un’immagine diversa della playa e della città”. Per questo chiedono di portare avanti il progetto di cui si è più volte parlato ma che non è mai stato tradotto in pratica. “L’alternativa è l’abbandono e il degrado – conclude Ragusa – non certo lo spettacolo degno da consegnare ai turisti”.

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10 Febbraio 2015, 10:52

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