Pm a rischio ricusazione, Grasso:| “Basta una denuncia dell’indagato”

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28 Maggio 2010, 10:19

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Anche se per la mafia “non ci sono limitazioni” con la legge sulle intercettazioni, “un pm dovrebbe abbandonare un processo se un Riina o un Provenzano lo denunciano per una banale fuga di notizie”. Lo dice in una intervista a Repubblica, il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, secondo il quale le modalità di entrata in vigore del testo sembrano fatte apposta “per fermare talune inchieste in corso” visto che di solito “le norme procedurali valgono per il futuro e non si applicano ai procedimenti pendenti”. Per Grasso “é molto grave” collegare “automaticamente la sostituzione di un pm o del suo capo al mero atto formale dell’iscrizione nel registro degli indagati” perché si potranno avere “effetti devastanti per i delicati equilibri delle procure di fronte a continue denunce strumentali contro i magistrati”.

Ma il testo ha anche altre criticità, come la necessità dell’ok “di un tribunale collegiale” per dare via agli ascolti che “certamente provocherà gravi disagi nell’organizzazione degli uffici, soprattutto in quelli di medie o piccole dimensioni dove l’incompatibilità dei magistrati a trattare più volte lo stesso fatto porterà a non avere più giudici per fare i processi”. Senza contare che “anche il sabato e la domenica dovrà esserci un tribunale sempre pronto ad autorizzare un ascolto”. Peraltro, aggiunge “é assurdo dover inviare tutti gli atti compiuti fino a quel momento. Le cancellerie scoppieranno di faldoni, affastellati pure nei corridoi, e i rischi di fughe di notizie aumenteranno”.

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28 Maggio 2010, 10:19

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