11 Marzo 2022, 06:04
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PALERMO – Fotovoltaico: Sicilia a rischio flop? Una nuova grana per la Regione potrebbe arrivare dai bandi finanziati all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza relativi a un settore strategico per l’isola.
Il combinato disposto dei criteri individuati a livello nazionale e l’immobilismo del governo regionale mette in difficoltà la Sicilia che pure gode di un vantaggio competitivo in termini di costi energetici. Ad accendere i riflettori sul tema è la deputata regionale di Europa Verde, Valentina Palmeri che ha chiesto l’audizione dell’assessore all’agricoltura Tony Scilla in Commissione Attività Produttive per chiarire i contorni dell’azione politica messa in campo dal governo per evitare la disfatta.
Ma andiamo con ordine. Il Pnrr, ribattezzato a ragione il Piano Marshall del 21 secolo, mette a disposizione un miliardo e mezzo di euro di finanziamenti per gli imprenditori agricoli, zootecnici e agroindustriali intenzionati ad istallare sui tetti delle loro aziende impianti fotovoltaici. Nessun riferimento a nuovi impianti solari, elemento che già costituisce una prima penalità per le aziende siciliane per lo più di modeste dimensioni. Linee guida alla mano, salta all’occhio un dettaglio di tipo economico-finanziario di non poco conto che potrebbe lasciare buona parte delle imprese sicule a bocca asciutta (di certo quelle con un fatturato inferiore a 7000 euro escluse dalla partecipazione) agevolando le aziende del Nord Italia che hanno dalla loro il fatto di disporre di una maggiore liquidità.
Soprattutto perché le agevolazioni ministeriali consistono in un’anticipazione di spesa pari al 30% del totale. Il rischio è che si immortali nuovamente la fotografia di un’Italia a due velocità. Oltre al danno la beffa, se si considerano le buone intenzioni di partenza: investire nel futuro e innestare una ripresa economica complessiva. “Le Regioni hanno ricevuto da mesi le linee guida su cui si baserà il bando nazionale e diversi aspetti ci fanno temere che le imprese siciliane rischiano di rimanere in larghissima parte escluse dal beneficio, perché il bando potrebbe essere di fatto più favorevole alle grandi e grandissime imprese del nord”, spiega Palmeri.
“Oltre alla esclusione delle piccolissime aziende anche il limite massimo del contributo al 65% e il fatto che comunque l’impresa debba anticipare oltre l’80% dei costi sono condizioni che spingeranno le piccole e medie imprese agricole e zootecniche siciliane, cioè oltre il 90% del comparto nella nostra regione, a non partecipare a questo bando.” Insomma, considerando che il bando sarà pubblicato a fine mese non c’è tempo da perdere. Palmeri da un lato addita l’assessorato regionale di immobilismo perché a conoscenza delle linee guida, ma non lesina critiche nemmeno la livello nazionale. E vuole attivare anche il governo centrale perché “mentre si parla di creare le condizioni per l’indipendenza energetica nazionale, non si può pensare di escludere la Sicilia dal settore strategico del fotovoltaico, soprattutto quando questo può essere realizzato ad impatto zero rispetto al consumo dei suoli”.
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11 Marzo 2022, 06:04