"Pochi mesi e l'Anello ferroviario non sarà più un problema per Palermo"

“Pochi mesi e l’Anello ferroviario non sarà più un problema”

Il cantiere fra via Roma e via Wagner. Foto: Facebook, Palermo in Progress
Lo sostiene il Comune, lo conferma l'esperto: entro Natale cantieri e traffico dovrebbero diventare amari ricordi

PALERMO – Rivedere le strade della città libere dai lavori all’Anello ferroviario non è più un’utopia. Lo aveva detto il Comune all’inizio di ottobre e lo ribadisce oggi l’ingegnere Roberto Di Maria, ideatore e amministratore della pagina Facebook “Palermo in Progress”, che segue i principali cantieri palermitani. Il cronoprogramma comunale più recente fissa come ultima scadenza il 23 dicembre e prevede che la piazza del teatro Politeama e via Emerico Amari tornino interamente fruibili, oltre allo sgombero di piazza Castelnuovo e di una porzione di via Francesco Crispi ancora interessata dai cantieri.

Di Maria sostiene che “i tempi dovrebbero essere esatti: pochi mesi e l’Anello ferroviario non sarà più un problema per la città, almeno in superficie, ma va considerato che sottoterra altri lavori continueranno almeno fino al 2023”. Poi, con l’ausilio dei grafici realizzati dal Comune di Palermo, illustra le prossime fasi della mastodontica opera.

Il centro tornerà a respirare

“Alla fine di novembre dovrebbe essere smantellato il cantiere della zona in cui ricadrà la stazione Politeama – spiega l’ingegnere – cioè fra via Roma e piazza Ruggero Settimo. Praticamente verrà liberata tutta via Amari. Del resto siamo in linea coi tempi per il tratto fra il Politeama e via Riccardo Wagner, il “6.2B”, per cui non c’è ragione di prevedere ritardi. Per essere precisi, però, una parte del cantiere continuerà a esistere: si tratta dell’area gialla all’estrema sinistra, cioè una rampa all’altezza di McDonald’s, che servirà a trasportare materiali in quella che è una sorta di ‘guscio’ preparato per la galleria della stazione Politeama”. Di Maria fa presente che solo allora la ditta D’Agostino Costruzioni passerà al lavoro di scavo, “che ancora va realizzato da zero e richiede i suoi tempi. Si andrà avanti cinque o dieci metri al giorno, ma il vantaggio è che in superficie non ci saranno più né aree recintate né mezzi in circolazione, tranne che nella zona della rampa già menzionata”.

Lavori eterni in viale Lazio

L’Anello ferroviario interessa anche un’altra area di Palermo, profondamente ‘ferita’ dagli eterni tempi dei lavori in corso: l’incrocio fra via Sicilia e viale Lazio, dove inizia a prendere forma la stazione Libertà visitata da Live Sicilia lo scorso luglio. “Abbiamo potuto vedere che la struttura è completa – commenta Di Maria – e il treno ha già modo di passare da lì pur non facendo la fermata. Il momento in cui la stazione sarà attrezzata è ancora lontano, ma c’è un dato positivo: se verrà rispettato il cronoprogramma, presto la stazione al teatro Politeama e quella di viale Lazio saranno nelle stesse condizioni. Significherebbe avere la possibilità di allineare i lavori, finalmente con tempistiche molto simili fra i vari cantieri della città”.

Il cantiere al porto

Rimane un terzo ‘nodo’, il cantiere in via Francesco Crispi, spesso causa di traffico e caos all’altezza del porto. Di recente sono stati liberati l’incrocio con via Amari e la parte destra della carreggiata che conduce alla Cala, ma ora il cantiere occupa la parte sinistra della stessa strada. Di Maria spiega che “una galleria va costruita a tratti: nell’area restituita ormai la copertura è pronta, e adesso la D’Agostino sta procedendo a realizzarla nel tratto successivo. Poi tutto verrà congiunto con l’altra carreggiata, quella che va in direzione opposta cioè verso la Fiera. Anche qui lo sgombero in superficie dovrebbe succedere in pochi mesi, e questa ‘ossatura’ della galleria dovrebbe essere pronta entro la fine del 2020”.

“Lavori ben fatti, ma mancano i treni”

Roberto Di Maria è anche il responsabile per la Sicilia del settore trasporti dell’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori. Un ruolo che lo porta a fare un appunto: “Cominciamo a vedere i lavori ben fatti, ma mancano i treni. Il motivo? La Regione ha un contratto con Trenitalia che prevede un numero ben preciso di treni sul territorio siciliano, a fronte del pagamento di circa 110 milioni di euro annui. La Lombardia spende almeno quattro volte di più. Questo è un peccato – rileva l’amministratore di Palermo in Progress – perché il potenziale di alcune linee della Sicilia è molto alto, e nel prossimo futuro si rischia di avere ottime infrastrutture ma non i mezzi per sfruttarle. Prendiamo il Passante ferroviario: è un’opera da dieci treni l’ora, ma oggi quelli garantiti sono due”.


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