Pogliese incontra la società civile: |"I politici non siano tuttologi" - Live Sicilia

Pogliese incontra la società civile: |”I politici non siano tuttologi”

Tavola rotonda, stamani, con le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Spiega l'europarlamentare: "Oggi inauguriamo un nuovo metodo di lavoro"

CATANIA – Torna sul territorio etneo l’europarlamentare di Forza Italia Salvo Pogliese. Ma lo fa per ritornare presto in Europa. Carico d’istanze, è il desiderio. “Bruxelles-Catania: rapporto ai cittadini”. È appunto questo il titolo dell’incontro di oggi all’Hexcelsior. Non un abbraccio con la propria base, ma con la società civile, con le forze produttive e gli esponenti del mondo delle professioni. Un tavolo di lavoro che l’esponente di Forza Italia ha inaugurato con accanto Carlo Alberto Tregua, direttore del Quotidiano di Sicilia. Nei fatti si è trattato di momento d’interlocuzione allargato, finalizzato a portare direttamente in Europa la voce di chi è parte attiva del consesso civico.

Un metodo nuovo – così viene presentato – che la politica ha l’obbligo di sperimentare: “Credo – spiega infatti Pogliese – che bisogna cambiare la rotta che è stata seguita finora dalla classe politica siciliana. Troppo spesso è stata autoreferenziale, intenta ad alchimie che la gente non sa percepire. Il vero problema è che spesso il politico crede di poter fare il tuttologo. Ritengo invece – aggiunge – che debba avere l’umiltà di confrontarsi con la società civile e gli ordini professionali per avere delle indicazioni, dei suggerimenti. Solo dopo, il politico, e sulla scorta dei propri valori di riferimento, può effettuare delle scelte prioritarie. Insomma, un nuovo metodo. Quello di oggi è solo il primo step”.

Il tempo è anche quello per relazionare sulla primissima fase dell’esperienza in Europa, per un bilancio per quanto ancora provvisorio. “Sto lavorando sul fronte dei fondi strutturali, una priorità per la nostra terra. Entro la fine del 2015 rischiamo di perdere 3.200.000.000 se non dovessimo impiegarli. In un contesto di sempre meno trasferimenti da parte dello stato, rappresentano un vera boccata d’ossigeno. Ecco perché fare tesoro degli errori del passato”.

Rilanciato anche il progetto del ponte sullo Stretto. Pogliese non ha dubbi: “Conviene costruirlo. La situazione è paradossale e la responsabilità è tutta di Monti e Passera che hanno bloccato un percorso che parte dagli anni ’70. Il ponte costerebbe 6.000.000.000 di euro, il 60% attraverso fondi privati. Se non dovessimo farlo ci sarebbero le penali e un mancato incasso in termini di Iva per le casse dello stato. Costa di più non farlo. Il governo centrale deve ripensarci”.

Pesante la valutazione sull’operazione Mare Norstum. “Per noi – ha spiegato l’esponente forzista – si tratta di un’eresia. Al di là degli aspetti solidaristici, c’è che ha fatto da moltiplicatore del fenomeno. L’incremento è stato dell’823% . Mentre il numero dei morti è quintuplicato. L’operazione Tritone ha già un profilo diverso, con la partecipazione di 26 paesi membri su 28. Mentre la nostra Marina non sarà più costretta ad agire in acque internazionali”. Non indifferenza, ma una diversa programmazione della gestione del fenomeno migratorio: “Insomma, bisogna intervenire a monte e non a valle, cooperando con gli stati nordafricani. Certo, come in Libia ci sono problemi d’interlocuzione politica. È necessaria un’inversione di rotta, aiutando le popolazioni all’interno dei propri territori”. E non solo: “Vanno attuate politiche di accoglimento in proporzione agli stati membri. Ci vuole poi fermezza con chi non vuole stabilire un percorso di legalità”

 


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