27 Gennaio 2013, 17:32
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PALERMO – “Pur condividendo appieno il sacrosanto principio della rotazione della burocrazia, messa in atto dal governatore Rosario Crocetta, principio già sancito nella scorsa legislatura dall’art. 11 della legge regionale 26 del 2012 con l’intento di ottenere una amministrazione efficiente e libera da incrostazioni, le motivazioni addotte dal governatore, la forma e il metodo mi lasciano molto perplesso”.
Lo dice il vicepresidente dell’Ars, Salvo Pogliese (Pdl). “Motivare, in forma molto plateale, quest’iniziativa, riconducendola all’esigenza d’impedire radicate forme di corruzione, getta una pesante e ingiusta ombra sulla burocrazia regionale – aggiunge – che così appare totalmente marcia. Se si sono evidenziate anomalie o gravi episodi di corruzione, bisogna snidare e colpire i responsabili consegnandoli, senza esitazione, al giudizio dei magistrati; viceversa non è corretto formulare accuse senza prove o soltanto su sospetti”.
“Crocetta – conclude Pogliese – faccia nomi e cognomi degl’infedeli e dei corrotti, altrimenti taccia e proceda al ‘turnover’ così come la citata legge prevede. Se non fa ciò certamente ingenera il sospetto che, sotto le mentite spoglie di una scelta di trasparenza, voglia ingerire sul funzionamento della burocrazia per pure finalità clientelari”.
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27 Gennaio 2013, 17:32