La Chiesa avverte i politici: "Non possiamo tacere" - Live Sicilia

La Chiesa avverte i politici: “Non possiamo tacere”

L'Arcidiocesi di Catania prepara un testo rivolto soprattutto a quanti si stando candidando. Il monito è "nessuna delega in bianco".

Elezioni. La Chiesa di Catania non resterà a guardare, benché non prenderà alcuna posizione e né tiferà per nessuna formazione in campo. Del resto, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al Meeting di Comunione e Liberazione lo ha detto chiaramente: “C’è libertà di coscienza, non libertà di disinteresse”.

Il laboratorio catanese

Prima che il capo dei vescovi italiani parlasse a Rimini, l’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro dell’Arcidiocesi, coordinando il lavoro “di un gruppo di fedeli laici”, aveva già elaborato un documento in vista della doppia scadenza del 25 settembre, quando si voterà per le Politiche e le Regionali. Il titolo è profetico e allo stesso tempo perentorio: “Non possiamo tacere”. Il messaggio è che non sarà consentita “nessuna delega in bianco” agli eletti. 

Un testo figlio di un complesso lavoro di discernimento, seppur nella ristrettezza dei tempi, ultimato il 19 agosto e che verrà reso noto pubblicamente nei prossimi giorni. A firmarlo è don Piero Sapienza (direttore dell’Ufficio), l’impronta è quella del magistero di Luigi Renna. Mentre la fonte d’ispirazione è la Dottrina sociale della Chiesa, ovviamente.

“Oggi più che mai, occorre un forte risveglio della società civile e una rifondazione della politica. Proprio in momenti come questi serve un colpo d’ala, un risveglio collettivo di quelle forze sane del Paese”, è l’esortazione generale.

Crisi in arrivo

La Sicilia – si legge – sta “pagando più di altre le criticità del momento storico (guerra in Ucraina, inflazione, pandemia, ambiente, rifiuti ndr). Nell’Isola diventa più che mai necessario che le forze vive della società e i circuiti di solidarietà già operanti diventino sempre più protagonisti. E questo sia per rispondere ai tanti e gravi problemi sociali ed economici presenti nel territorio, ma anche per rifondare la politica”. 

L’invito alla politica tutta è di farsi carico in primo luogo delle povertà e delle lacerazioni del tessuto sociale. I numeri forniti dall’Istat sono infatti preoccupanti: 5,6 milioni di persone, 1,9 di famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta (il 42,2% di esse risiede al Sud). Ma c’è un’altra piaga che riguarda Catania e sulla quale Renna ha deciso di battere con forza, a partire dai festeggiamenti agatini d’agosto: la povertà educativa. In questa pessima classifica, la Città Metropolitana si colloca prima tra le altre 13 Città metropolitane del Paese, con il 25,2% di abbandoni. 

Emergenza educativa

“Chi ha responsabilità nel campo della politica e dell’istruzione – si legge – non può più far finta di non sapere e di non vedere. All’Isola serve un’azione di contrasto vigorosa alla povertà educativa con un’azione sinergica di istituzioni scolastiche, assistenti sociali, famiglie, volontariato, Enti locali e Tribunale per i minorenni”. 

Si legge ancora: “Le povertà, in particolare quella educativa, costituiscono, talvolta, spinta privilegiata per l’accesso, anche da parte di minori, alla devianza e alla criminalità organizzata e mafiosa che recluta più agevolmente giovani che non lavorano e non vanno a scuola”. 

Trasparenza

Qualità della cosa pubblica. “Una rinnovata efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni in particolare di quelle locali, nel contribuire alla ricostruzione del rapporto, attualmente compromesso, fra queste ultime e i cittadini, costituisce, altresì, una puntuale misura preventiva di fronte ai molteplici episodi, restituiti dalla cronaca, di inefficienze, parzialità e di favoritismi di organi pubblici se non di corruzione e di infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni locali”.

L’analisi sullo stato attuale è ben più vasta e articolata e richiama ai recenti magisteri di Ratzinger e Bergoglio. “Assume significativa priorità l’incremento di politiche e di iniziative sia di sostegno alle famiglie e alla vita, dal suo inizio, nel suo svilupparsi e fino alla conclusione naturale, assicurando anche libertà di educazione, sia di accoglienza e cura delle persone svantaggiate, fragili e disabili, di anziani e minori”.

Partecipazione

Ma sono le premesse al testo che richiamano la Politica alle sue specifiche responsabilità. Il nemico da sconfiggere è l’indifferenza e la scarsa partecipazione. In tale direzione, risulta interessante l’analisi sul sistema elettorale che fa da cornice al voto per il rinnovo di Camera e Senato.

“In nome di – si legge – una auspicata maggiore governabilità, da una parte lascia agli elettori uno scarsissimo margine di scelta dei propri rappresentanti che, invece, saranno indicati a “scatola chiusa” dalle leadership dei partiti o delle coalizioni; dall’altra, avendo sostanzialmente eliminato le preferenze nominative, non consentirà più di radicare nell’eletto di fronte al proprio elettorato la “responsabilità politica” per i propri atti e comportamenti. L’eletto, in sostanza, non risponde più delle scelte politiche alla base elettorale ma solo al leader di partito”. Una lezione che, proprio nei giorni delle presentazione delle liste e dei candidati, appare quanto mai veritiera”. 

Vigilare

La Chiesa di Catania si candida a un ruolo nuovo, quello della vigilanza. I confini di questa missione sono nelle conclusioni del documento e valgono quanto un impegno che sollecita sopratutto la componente laica della comunità ecclesiale. “Troppe volte – si legge ancora – i nostri rappresentanti al Parlamento o alla Regione, nel migliore dei casi, si sono limitati a fare altisonanti dichiarazioni o promesse elettorali certi che dopo il voto nessuno – né la stampa, né gli elettori – si sarebbe ricordato degli annunci fatti. Ai candidati e, poi, agli eletti, stavolta chiediamo promesse effettivamente realizzabili, annunci a cui seguano i fatti, progetti a cui seguano le opere, leggi a cui seguano i regolamenti attuativi, decisioni ai vertici portate a compimento fin negli ultimi particolari”. 


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