Cronaca

Polizia, blitz a Catania: scacco al clan Pillera-Puntina

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11 Gennaio 2022, 07:06

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CATANIA – Il clan Pillera-Puntina – a quanto pare – si è trasformato e riorganizzato. Ed è in qualche modo risorto. Nella notte è scattato il blitz Consolazione, dal nome della ‘zona’ dove gli eredi criminali di Turi Pillera ‘Cachiti’ (in carcere da decenni) e di Pippo Di Mauro ‘Puntina’ (ammazzato decenni anni fa in un agguato) hanno creato la loro roccaforte criminale.

La Polizia di Stato, sotto il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, ha arrestato 16 persone che sarebbero “appartenenti al clan Pillera – Puntina”. Le accuse a carico degli indagati sono associazione mafiosa, estorsione e usura.

La retata è ancora in corso. Gli investigatori della Squadra Mobile stanno infatti eseguendo ancora le misure cautelari emesse dal gip. Una delicata inchiesta ha permesso di incastrare la cosca catanese.

Tra gli arrestati, a quanto risulta a LiveSicilia, c’è Giuseppe Saitta denominato ‘il bimbo‘. L’indagato è un ‘nome’ di spicco del clan Pillera-Puntina: nel 2015 è stato bloccato dai poliziotti della Squadra Mobile di Catania con una pistola con il colpo in canna. Saitta stamattina è tornato in carcere. Era a piede libero da appena tre mesi.

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A fornire input a questa inchiesta potrebbero esserci anche le rivelazioni di Salvatore Messina, detto Manicomio, che nel 2018 ha deciso di raccontare ai magistrati alcuni segreti della mafia catanese. I suoi verbali sono arrivati anche nei faldoni dell’inchiesta RevolutionBet su mafia e scommesse a Misterbianco e dell’ordinanza Vento di Scirocco sugli affari del petrolio del clan Mazzei di Catania. Ma il primo risultato dei suoi racconti è stato l’arresto in flagranza di un esattore del pizzo che stava intascando la ‘tangente’ dagli imprenditori dei rifiuti Leonardi per conto di Turi Pillera ‘Cachiti’.

L’ultima importante inchiesta che ha rivelato l’alleanza criminale e gli affari sommersi tra i Pillera e i Di Mauro-Puntina è Atlantide e risale a oltre 15 anni fa. Da quell’indagine è scaturito un processo con un iter giudiziario travagliato ma che si è concluso con le condanne di alcuni degli esponenti di ‘spicco’ del clan, come Corrado Favara e Nuccio Ieni (destinatario dell’ordinanza di oggi). Il secondo capitolo dell’operazione – Atlantide 2 – ha coinvolto invece Giuseppe Saitta, ritenuto il custode di un arsenale potentissimo trovato in un garage della zona del Borgo.

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11 Gennaio 2022, 07:06

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