Poliziotti da 18 anni senza casa| "Gli alloggi sono occupati dai nostri colleghi" - Live Sicilia

Poliziotti da 18 anni senza casa| “Gli alloggi sono occupati dai nostri colleghi”

Venti agenti, assegnatari delle abitazioni nella zona della Riserva Reale a Palermo, non hanno mai messo piede nei loro alloggi. Un'odissea che ha avuto inizio nel 1995: "I custodi temporanei, poliziotti come noi - raccontano - abitano ancora lì". Il Tar ha dato ragione agli agenti, ma la sentenza non è mai diventata esecutiva.

Il caso di alcuni poliziotti a Palermo
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PALERMO – C’è qualcosa che non funziona, se chi deve fare rispettare la legge, non la rispetta. Se chi garantisce l’ordine, provoca il disordine. E’ una matassa da districare, diventata sempre più aggrovigliata negli anni. Diciotto per la precisione, a partire dal 1995, quando la prefettura bandì il concorso per l’assegnazione di centotrentanove alloggi destinati ad altrettanti poliziotti. Da allora, circa venti agenti attendono di entrare in possesso delle loro abitazioni, affidate in quegli anni ai cosiddetti “custodi temporanei”, ovvero a poliziotti proprio come loro. Una storia che si è snodata tra ricorsi, aule di Tribunale, avvocati ed una ricerca di risposte sempre caduta nel vuoto.

L’attuale situazione sembra inoltre non dare speranze ai legittimi assegnatari degli appartamenti, che si trovano in via MT 37 e 39, nella zona della Riserva Reale. Tutto, infatti, appare fermo al palo ed entrare in quelle abitazioni è diventato ormai, per i venti poliziotti, soltanto un miraggio. A raccontare il calvario senza fine sono sei agenti che, pur essendo in possesso del verbale di assegnazione, non hanno mai messo piede nelle loro case.

“Dopo una prima graduatoria provvisoria – racconta l’ispettore in pensione Alfonso Masito – il Tar emise una sospensione per stilare un nuovo elenco: noi ed altri quindici colleghi avevamo tutti i requisiti necessari ma ciò nonostante non siamo mai entrati in possesso degli alloggi. Nel 2006 – continua Masito – le abitazioni sono diventate di proprietà del Comune, che non ha dato esecuzione alla sentenza del Tar che ci aveva dato ragione, ma ci ha invitato all’assessorato Interventi abitativi di via Fattori per farci scegliere gli appartamenti”.

E in effetti, i cinque agenti, sono in possesso anche della planimetria di ogni abitazione a loro assegnata: l’ultima sentenza del Tar è tra l’altro del 28 giugno 2012. “Ma è come se non avessimo nulla in mano – racconta un collega – perché continuiamo a sborsare dai 450 agli 800 euro per l’affitto di altre abitazioni, mentre chi occupa le nostre case versa al Comune poco più di sessanta euro al mese. Non è giusto, tra di noi ci sono persone che hanno avuto diversi problemi, che meritano quegli appartamenti perché in possesso dei requisiti.

Invece, continua – dobbiamo vedere le nostre abitazioni letetralmente occupate e ristrutturate senza alcuna autorizzazione. C’è chi ha abbattuto muri, chi ha allargato stanze, chi ha creato finestre. Siamo noi i primi ad intervenire nei casi di occupazione abusivi e noi le prime vittime. Sgomberiamo le case allo Zen e poi ci ritroviamo nella stessa situazione, in balìa di nessuno perché siamo soli a combattere questa lotta”.

Una situazione ai limiti del paradossale, insomma, che dall’anno del concorso non è mai realmente cambiata a favore dei legittimi assegnatari: “La cosa più assurda – continua uno degli agenti – è che la prefettura, ai tempi, convocò i “custodi” per evitare che le case venissero occupate abusivamente in attesa di essere abitate da coloro a cui sarebbero state assegnate.

Chi avrebbe mai immaginato che questi stessi avrebbero fatto armi e bagagli e non si sarebbero più mossi da lì? Tra l’altro, la legge regionale 12 del 2011, ha sanato l’occupazione da parte dei richiedenti: “Sulla base di verbale di consegna della prefettura – dice – in deroga ai limiti di reddito previsti per l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Il nostro – concludono i poliziotti – è un enorme danno economico che vogliamo ci venga risarcito. Attendiamo la decisione del Comune, nel frattempo continuiamo a pagare l’affitto di case non nostre e a sognare quegli appartamenti di cui conosciamo soltanto la planimetria”.


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