26 Dicembre 2017, 18:28
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BELPASSO – Nuovo colpo di scena in Tribunale sulla vicenda della realizzazione del mega polo logistico commerciale a Belpasso nell’area agricola di contrada Peschiera. La Parco Mediterraneo srl, società costruttore e proprietaria dei terreni, ha segnato la vittoria definitiva contro il Comune di Belpasso che adesso dovrà concedere la proroga della variante urbanistica richiesta per cementificare i 60 ettari di agrumeto: i giudici del Consiglio di Giustizia amministrativa con la sentenza definitiva del 27 novembre hanno infatti accertato che si è infine formato il silenzio assenzio sulle istanze di proroga della concessione quinquennale avanzate all’amministrazione comunale. E, sempre secondo il Cga, non sarebbe mai stato emanato alcun vero provvedimento di diniego in risposta alle richieste di prolungamento, ma solo una delibera da parte del Consiglio comunale, ossia un atto d’indirizzo politico che di fatto non costituisce un diniego. Quest’ultimo sarebbe dovuto essere prodotto da un organo dirigenziale, ma così non è stato.
“A questo punto – si legge nella sentenza – che risulta fondata anche la domanda della società tesa all’accertamento della fondatezza della propria pretesa sostanziale di accedere alla proroga del termine del quale si è detto, ai sensi dell’art. 31 comma 3, dal momento che il dirigente comunale all’uopo competente con la propria compiuta istruttoria culminata nel parere favorevole emesso il 28 giugno 2013 aveva già accertato, nella vicenda, l’esistenza dei presupposti per accordare in concreto la proroga richiesta, con ciò già esaurendo i margini di discrezionalità configurabili nella vicenda in capo all’Amministrazione”. I giudici amministrativi, oltre a stabilire che la Parco Mediterraneo ha diritto alla proroga, hanno segnatamente confermato che l’istituto del silenzio assenzio – invocato dalla società – si è applicato perchè è da escludere “la natura discrezionale della concessione della proroga richiesta all’Amministrazione”. Non vi era cioè alcun potere discrezionale da parte del Comune e meno ancora del dirigente amministrativo sul rilascio del permesso.
La richiesta di rinnovo della concessione quinquennale era stata avanzata dalla società nel 2013. Per il primo cittadino, Carlo Caputo, che da anni si batte contro la realizzazione del polo, non sarebbero mai sussistite le condizioni giuridiche per rilasciare una proroga, atteso inoltre che la società non aveva mai dato seguito all’inizio dei lavori. La variante urbanistica (scaduta) in questione era stata approvata nel lontano 2008 sotto la sindacatura dell’ex sindaco Alfio Papale, e di fatto trasformava la destinazione d’uso dei terreni da agricola a industriale. Tuttavia, per i giudici, tutti gli atti intercorsi fra Consiglio e società sarebbero stati prodotti allorquando il silenzio assenzio si era già formato. “(…) Il parere dell’ufficio tecnico – si legge ancora nella sentenza del Cga- del 28 giugno 2013 pure favorevole al riconoscimento della proroga stessa è stato trasmesso alla società richiedente unitamente a notizia della proposta il 4 ottobre 2013, ossia oltre cento giorni dopo la richiesta del privato”. Non solo: la stessa “deliberazione consiliare del 25 novembre 2016 n. 76, ha rilevato come la decisione sull’istanza di proroga configurasse un atto di natura gestionale, come tale non spettante all’organo d’indirizzo politico bensì al dirigente”. Il Comune, per i giudici, non sarebbe stato tenuto ad esprimersi.
Quest’ultima decisione del Cga ribalta, inoltre, l’esito della sentenza parziale già emessa nel giugno scorso che dava invece ragione al Comune di Belpasso, stabilendo che la prorogabilità dei termini richiesti non trovava fondamento nella legge, dal momento ché la norma deputata a disciplinare il sistema di proroga per i permessi edilizi già rilasciati non era stata ancora recepita dalla Regione siciliana. Il Cga, però, a giugno aveva detto di volerci vedere chiaro, chiedendo al Comune di produrre una dettagliata relazione inerente tutte le istanze di proroga presentate all’amministrazione dalla società. Lo scopo del Cga era appunto quello di capire se si fosse formato o meno il silenzio assenzio sulla richiesta di prolungamento dei termini. I giudici, dopo aver preso visione degli atti, hanno ora deciso per l’accoglimento del ricorso proposto dalla parco Mediterraneo.
Si chiude, così a sorpresa, l’ultima pagina di un annoso braccio di ferro che ha visto contrapposti Comune e società. E sulla questione non può che dirsi amareggiato il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, che contattato da LiveSicilia commenta così la sentenza: “Il Cga ha ritenuto di applicare l’istituto del silenzio-assenso del dirigente comunale, strano, mai prima mi dicono, una sentenza ha applicato tale istituto in materia urbanistica. Questo cga siciliano ha deciso di fare giurisprudenza sul caso di 61 ettari di terreno lambito dal fiume Simeto; un terreno agricolo trasformato industriale per una precisa destinazione poi disattesa visto che non hanno realizzato nulla e addirittura un anno fa hanno fatto istanza per realizzare un inceneritore. Una grande speculazione edilizia con una plusvalenza del terreno trasformato da agricolo ad industriale stimabile in circa 15 milioni di euro. Sono rammaricato, queste sentenze fanno male”.
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26 Dicembre 2017, 18:28