05 Luglio 2021, 05:50
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PALERMO – Ridurre il ponte Corleone a una sola corsia, sia in direzione Catania che in direzione Trapani, ma in cui poter andare fino a 60 chilometri all’ora con un peso massimo di 54 tonnellate. Ecco l’ultima idea del comune di Palermo per evitare il caos in viale Regione Siciliana, che però rischia di arenarsi per un pasticcio burocratico: servirebbero infatti appena 14 mila euro che ci sono, ma che non si spedono perché nessuno ha chiesto una semplice variazione di bilancio. Anzi, per dirla tutta già da aprile ci sarebbero a disposizione quasi due milioni di euro per intervenire stornandoli dal capitolo della manutenzione strade ma nessuno lo ha fatto.
Ecco la nuova (e sorprendente) puntata dell’incredibile vicenda del ponte Corleone di Palermo che da febbraio, in seguito alla relazione dei vigili del fuoco, è stato “ristretto” provocando un traffico impazzito fatto di code chilometriche e automobilisti inferociti. Palazzo delle Aquile ha usato gli ultimi 100 mila euro rimasti per sistemare i giunti e creare canali di scolo per l’acqua piovana, ma il problema della sicurezza resta e pesa come un macigno. Il Comune non ha mai condiviso l’allarme lanciato dai pompieri, ma il Professore ha deciso di evitare lo scontro aperto e così è ricorso a tecnici esterni nella speranza che possano ribaltare le conclusioni dei vigili del fuoco. Il Comune si è rivolto a un docente universitario, Marcello Arici, e ha affidato allo studio Icaro di Michele Fabio Granata l’analisi tecnica per la valutazione della sicurezza del ponte.
L’idea è quella di limitare a una sola corsia l’attraversamento del Corleone, ma alzando il limite di velocità da 30 a 60 chilometri orari e il massimale di carico a 54 tonnellate, così da non deviare tutti i mezzi pesanti su percorsi alternativi che sono andati letteralmente in tilt. Inoltre bisognerebbe aprire nuovi varchi, chiudendo gli attuali accessi ma consentendo il doppio senso sulle laterali per consentire di raggiungere gli esercizi commerciali Baby Luna e Oliveri. Un’ipotesi tutta da verificare e soprattutto da concordare con i vigili del fuoco, ma che per essere realizzata richiederebbe anche l’installazione di guard-rail e la collocazione di 200 new-jersey in plastica, al costo di 8 mila euro. Altri 150 invece ne servirebbero per il ponte Oreto, anch’esso a rischio cedimenti di alcune parti, per altri 6 mila euro.
Insomma, in totale 14 mila euro che però il Comune non riesce a spendere. E dire che i soldi, stavolta, non sarebbero neanche un problema: già lo scorso 14 aprile la Ragioneria generale aveva certificato che, nonostante il bilancio sconsquassato, “negli appositi capitoli risultano risorse potenzialmente utilizzabili per oltre un milione di euro”, anzi per la precisione 1,9 milioni come metteranno nero su bianco gli uffici a giugno. Si tratta di denaro stanziato nel capitolo della manutenzione strade e che dovrebbe corpire gli ultimi quattro mesi dell’anno, ma che per ragioni di pubblica incolumità (come il ponte Corleone) si potrebbero intanto stornare utilizzandoli per l’emergenza. Peccato che finora nessuno lo abbia fatto.
E dire che, come scrive la Ragioneria, basterebbe una “apposita e ben motivata richiesta di variazione Peg (Piano esecutivo di gestione, cioè una variazione di bilancio, ndr) nella quale si avrà cura di illustrare i profili di necessità e urgenza di provvedere ai necessari urgenti interventi streutturali perché è coinvolta la pubblica incolumità”. Ma da aprile a oggi non si è mossa una foglia. Il 22 giugno il Comune convoca una nuova riunione sullo stato dei ponti Corleone e Oreto e il giorno dopo il direttore generale Antonio Le Donne fa partire una nota con cui chiede alla Ragioneria “di reperire le somme occorrenti” per i new-jersey, cioè appena 14 mila euro. Il 25 giugno il Ragionere Bohuslav Basile risponde piccato, ricordando che già ad aprile aveva illustrato “con profili di ampiezza e pur nell’attuale condizione di gravissimo ed a legislazione vigente irreparabile squilibrio strutturale del bilancio, le risorse disponibili per gli interventi da realizzare sul Ponte Corleone”. Insomma, il bilancio è allo stremo e il fondo di riserva è prosciugato ma i quasi due milioni della manutenzione strade potrebbero intanto servire a mettere una pezza.
Soldi che però nessuno ha usato perché manca la richiesta di variazione di bilancio che “per ragioni nono note – sottolinea Basile – non è mai pervenuta”. “Occorre che la Ragioneria Generale riceva una apposita e ben motivata richiesta di variazione Peg – ribadisce il Ragioniere il 25 giugno – nella quale si avrà cura di illustrare i profili di necessità e urgenza di provvedere ai necessari urgenti interventi strutturali, poiché è coinvolta la pubblica incolumità”.
Il primo luglio è di nuovo il direttore generale a scrivere, sollecitando gli uffici e mettendo come primo destinatario la Ragioneria: “Lo stato di attuazione di tutte le attività e degli adempimenti ivi richiesti è ben lungi dall’essere stato avviato e posto in essere”, anche per la “impossibilità di reperire le risorse finanziarie occorrenti”. E così emana un ordine di servizio “affinché la tematica relativa alla carenza di risorse finanziarie venga risolta mediante l’adozione dei pertinenti provvedimenti di variazione del bilancio”. Il 2 luglio il Ragioniere ribatte: le somme ci sono e possono essere “destinate all’attuazione di misure finalizzate a mitigare situazioni di potenziale pericolo per la pubblica incolumità”. Se mai qualcuno chiederà una variazione di bilancio.
“Non ci fidiamo di questo sindaco che ha dimostrato di puntare solo sulla propaganda come strumento di distrazione, senza mai ragionare sul bene di Palermo e dei palermitani calpestandone dignità e sicurezza – dicono Ugo Forello e Giulia Argiroffi di Oso – Così la richiesta di parere, che invece di avere come oggetto la sicurezza del ponte Corleone si preoccupa solo di eliminare le limitazioni di traffico, non fa che confermare un percorso di strafottenza segnato dalla colpevole perdita di preziosi finanziamenti. Tutti paghiamo i disagi infiniti, conseguenza di questa politica scriteriata, inevitabili oggi che abbiamo finalmente raggiunto consapevolezza diffusa sul rischio solo grazie al nostro esposto. Purtroppo registriamo che la strategia di Orlando è sempre la stessa: rimandare sperando che i palermitani scoprano il disastro quando lui sarà già al sicuro, lontano”.
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05 Luglio 2021, 05:50