Ognina, continua il percorso per buttare giù il ponte - Live Sicilia

Ognina, continua il percorso per buttare giù il ponte

Il commissario straordinario Piero Mattei ha dato il via libera alla convenzione con UniCt: presto il concorso internazionale.
RIGENERAZIONE URBANA
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CATANIA – Due mesi di tempo e 30mila euro. Il percorso per abbattere il ponte di Ognina continua e arriva alla seconda fermata importante: dopo l’ottenimento dei 15 milioni di euro a fondo perduto per buttare giù il cavalcavia, è arrivato il momento del concorso internazionale per progettare il futuro del borgo marinaro. Il commissario straordinario Piero Mattei, venerdì 3 marzo, ha dato il via libera a una convenzione con l’Università degli Studi di Catania. Il dipartimento di Ingegneria e Architettura (Dicar) dell’ateneo etneo si occuperà di lavorare con il municipio nella preparazione proprio del concorso. Con l’obiettivo di rendere il lungomare di Catania appetibile per le migliori menti dell’architettura e dell’urbanistica mondiali.

Nel documento firmato dal commissario si parla della necessità di ricomporre la “frattura urbanistica che, dal 1962, divide il nucleo originale del Borgo di Ognina dal mare e dal porticciolo”. Quel cavalcavia che permette al lungomare di arrivare a piazza Mancini Battaglia, sovrastando la chiesa e le case e nascondendo il borghetto alla vista dei cittaidini. Senza il Ponte Ulisse, e con la viabilità Rotolo-Ognina finalmente completata dopo decenni di attesa, quella parte di città dovrebbe assumere un volto completamente diverso. Se ci sarà un progetto in grado di pensarlo.

Collaborazione tra Comune e UniCt

Così, con 30mila euro dei 15 milioni destinati al borgo marinaro dai fondi della Rigenerazione urbana, il Dicar di UniCt contribuirà a “individuare preliminarmente le adeguate indicazioni tecniche, scientifiche, storiche e ambientali finalizzate all’attuazione dell’opera”. Con lo scopo di attirare “progettisti nazionali e internazionali in un confronto aperto” per “contribuire alla salvaguardia del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita della collettività”. Perché Ognina e il suo ponte sono un pezzo, nemmeno il più eclatante, di quel rapporto conflittuale che la città di Catania ha con il mare: c’è, ma l’asfalto e il cemento di solito si vedono di più.

Per due mesi (rinnovabili) e 30mila euro, il dipartimento di Ingegneria e Architettura fornirà a Palazzo degli elefanti “supporto tecnico-scientifico”. Dal programma delle riunioni dovranno venire fuori 23 documenti che costituiranno l’ossatura del concorso internazionale: dall’analisi dei vincoli alla mappa della flora e della fauna, passando per l’analisi di barriere architettoniche, viabilità e usi degli spazi pubblici. Sarà messa nero su bianco, insomma, l’evoluzione di Ognina: com’era prima del ponte, com’è diventato dopo. E, soprattutto, come i catanesi hanno cambiato il loro modo di vivere e fermarsi nel quartiere.

Finito tutto questo e preparato il “documento preliminare al bando di progettazione”, in italiano e in inglese, sarà il momento della chiamata alle armi delle archistar. Stavolta, però, non ci dovrebbero essere avveniristici masterplan: non c’è tempo. I lavori dovranno essere finiti entro il 2026.


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