17 Agosto 2018, 19:42
3 min di lettura
PALERMO – “Mi riesce francamente difficile capire a cosa si riferisce il sindaco Orlando quando parla di ‘sciacallaggio’ riferendosi ai parlamentari nazionali, regionali e ai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Palermo, che sollecitano sopralluoghi tecnici sui due ponti Corleone e Oreto che collegano la città con il il resto della Sicilia orientale”. Il deputato grillino Giorgio Trizzino scrive un lungo post su Facebook, intervenendo nella polemica tra Movimento 5 stelle e amministrazione comunale di Palermo in merito alla sicurezza dei ponti di Palermo.
“Sarà un mio limite ma stento a comprendere il modo con cui è stata governata la nostra città in questi ultimi anni e mi riesce più difficile comprendere le motivazioni per cui è stata rinnovata la fiducia in chi ha dimostrato di non essere in grado di dare risposta alle emergenze in cui quotidianamente viviamo. Ma la verità – prosegue – è che siamo diventati incapaci di indignarci, persino davanti all’evidenza. Perché se dobbiamo dirla tutta, come per il ponte crollato a Genova, una spiegazione dovrà pur esserci se certe nefandezze cittadine nostrane, qui a Palermo, continuiamo a tollerarle, nella loro immobile, perenne, immutabile, scellerata vergogna. E solo perché oggi siamo tutti gli abitanti di Palermo a temere (e non solo i parlamentari del M5S), che qualcosa di simile possa accadere improvvisamente per il ponte del fiume Oreto o per il ponte Corleone, che il sindaco Orlando e l’assessore Arcuri ci accusano di sciacallaggio”.
“La realtà – è scritto ancora nel post – è che il nostro inconsapevole fatalismo ha trovato terreno fertile trasformandosi in omissione colpevole da parte di chi ci governa da tanti anni. Colpevole, si, perché chi veglia sulla vita e sulla salute di tanti cittadini intorpiditi non può permettersi a sua volta nessun torpore. A tutti possono essere concesse dimenticanze e omissioni; a tutti, anche ai più ignoranti, ai piccoli di questa città martoriata; a tutti. Ma assolutamente non a chi non può e non deve, perché di questa città è stato chiamato a far da custode”.
Il medico palermitano eletto a Montecitorio invita poi i suoi concittadini “ad urlare”: “Noi Palermitani finalmente dobbiamo imparare ad urlare contro chi, intorpidito anche lui, non ha saputo governare la materia, non ha saputo cambiare la storia di questa città, non ha saputo sorvegliare e provvedere. ‘Non l’ha saputo fare’, contrariamente a quanto lui stesso ebbe a dirci, tempo fa. Non l’ha saputo fare… quando per risolvere la congestione automobilistica più famosa d’Italia ha pensato di approntare linee tranviarie di dubbia utilità strategica, lasciando immutata la congestione del traffico e la nube di inquinamento che ci sovrasta. ‘Palermo, capitale della cultura 2018’ vede il fallimento di timide iniziative che avvengono in sordina, il flop di mille micro-eventi, ignorati dai più”.
“E siamo lì – conclude – tutti su quel ciglio pericolante di un ponte crollato. Tutti lì a correre l’ultimo pericolo, di finire noi stessi nel crollo definitivo della nostra città. Tutti lì a chiamarci, perché è ora il momento di tenerci per mano e di dare spazio non più al lamento scomposto e inefficace, ma alla più sana indignazione, l’energetica spinta al rinnovamento vero, totale, vitale. È la storia a chiedercelo con forza, perché la pagina va girata, a volte in modo naturale, a volte con degli spintoni”.
Pubblicato il
17 Agosto 2018, 19:42