Politica

Ponte sullo Stretto, tra referendum e polemiche lo spettro dei tribunali

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11 Marzo 2024, 06:50

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PALERMO – Un referendum tra gli italiani sul ponte sullo Stretto. L’idea viene lanciata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli in un incontro domenicale a Messina e tanto basta per incendiare il campo della politica con una nuova polemica. La battaglia “in Parlamento e anche fuori” annunciata dal segretario di Sinistra italiana innesca la reazione del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, che a stretto giro di posta detta una nota: “La levata di scudi della sinistra contro il Ponte di Messina è l’emblema di quel fronte del ‘no’ ideologico alle grandi opere che per troppi anni ha paralizzato il Paese, impedendone la crescita e lo sviluppo. Siamo pronti anche a costituirci parte civile nei confronti di coloro i quali si rendessero protagonisti di azioni penali temerarie per rallentare l’opera”.

Ponte e carte bollate

Si parla di “azioni penali” non a caso, dal momento che Fratoianni e Bonelli, insieme con la segretaria del Pd Elly Schlein, poche settimane fa hanno presentato un esposto alla magistratura sul ponte. “Un atto necessario perché la società Stretto di Messina e il governo trattano questa materia con assoluta riservatezza e questo è assolutamente inaccettabile”, le parole di Bonelli, leader di Europa Verde”. L’opera voluta strenuamente dal vicepremier Matteo Salvini rischia di finire sul terreno scivoloso delle carte bollate. “Abbiamo messo su un pool di avvocati che sta analizzando altri aspetti che sono le questioni ambientali, delle procedure, della concorrenza, sappiano che noi non molliamo”, ancora Bonelli.

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Le polemiche

Le dichiarazioni provenienti da Messina e la replica di Schifani danno vita a un lungo batti e ribatti politico. “La Sicilia ha la sanità al collasso, il trasporto pubblico non esiste e per andare da Trapani a Siracusa in treno ci vogliono 11 ore – osserva ancora Bonelli -. Schifani si preoccupa di costituirsi parte civile contro chi si oppone al ponte: surreale. Schifani dovrebbe costituirsi contro se stesso, per il disastro in cui si trova la Sicilia: senza depuratori, senza trasporto e ferrovie e con strade ferme al secolo scorso, senza parlare delle lunghe liste di attesa per la sanità anche per eseguire screening”. A questo punto scende in campo anche il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino: “Pur di raggranellare qualche voto parla a vanvera di una Sicilia che non conosce – dice l’esponente della Lega -. Una regione che, tra mille difficoltà, grazie all’impegno concreto del governo regionale, ha quasi azzerato le liste d’attesa e ottenuto massicci finanziamenti dal Mit per opere strategiche attese da anni”. Secondo Sammartino “surreale è la narrazione dei professionisti del no capaci soltanto di mistificare la realtà e opporsi allo sviluppo”.

Battaglia destra-sinistra

Della partita, sul fronte del sì, anche il senatore leghista Nino Germanà (Bonelli e Fratoianni vogliono condannare il Sud alla mancanza di infrastrutture”) e la sottosegretaria forzista Matilde Siracusano (“la sinistra sempre contro lo sviluppo e la modernizzazione del Paese”). Non tardano ad arrivare le repliche del capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra al Senato Peppe De Cristofaro (“Lega nervosa”) e dello stesso Fratoianni: “Da destra reazioni scomposte e nervose, se non isteriche”. La battaglia a colpi di comunicati stampa si chiude qui, per aule d tribunale e avvocati ci sarà tempo.

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11 Marzo 2024, 06:50

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