Porto di Catania: milioni per la darsena e il Molo di Levante - Live Sicilia

Porto: dai milioni per la darsena al futuro del Molo di Levante

Un periodo piuttosto movimentato per il presidente dell'Autorità portuale Di Sarcina

CATANIA – Al porto di Catania si stanno muovendo tante cose. Almeno un paio riguardano il Molo di Levante, le prospettive di riapertura e la progettazione per il consolidamento e ampliamento. E un’altra riguarda invece la nuova darsena commerciale, che tanto nuova più non è, crollata nel 2015 e adesso sul punto di tornare di nuovo cantiere, grazie a uno stanziamento ulteriore di 19 milioni di euro.

Quando riaprirà il Molo di Levante

La chiusura del Molo di Levante è stata decisa all’inizio di maggio da Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Sicilia Orientale e ha da subito scatenato numerose polemiche. Di Sarcina è stato convocato in commissione Urbanistica del Comune di Catania e il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi lo ha voluto incontrare per ottenere rassicurazioni. Adesso, però, lo scenario che si prospetta è più chiaro anche nei tempi: “Abbiamo ordinato un chilometro e 700 metri di new jersey di cemento – spiega Di Sarcina a LiveSicilia – Saranno posizionati a protezione dello spazio tra il selciato e i frangiflutti e solo quando ci saranno queste condizioni minime di sicurezza riapriremo parzialmente il Molo di Levante”.

La scadenza, al momento, è lontana: alla fine di luglio dovrebbe essere riaperta una prima porzione del Molo, e soltanto in orario diurno. La notte tutto tornerà a essere chiuso. “È il tempo che ci ha dato la ditta per la consegna”, prosegue il presidente. Entro giugno, invece, dovrebbe essere pubblicata la gara d’appalto da 70 milioni di euro per la messa in sicurezza e il rifacimento dell’intero Molo: “Abbiamo il progetto e, se non ci sono problemi con l’aggiudicazione dell’appalto, i lavori dovrebbero partire a gennaio 2023 e durare 800 giorni“. Durante la fase di cantiere, però, la passeggiata sarà chiusa di nuovo. “Saranno lavori imponenti, non sarà possibile conciliare i desideri dei cittadini con le necessità delle imprese – aggiunge – Forse si riuscirà a tenere aperto qualche tratto, almeno nella fase iniziale”.

Finiti questi lavori, dovrebbero cominciare “quelli per l’abbellimento, ma stiamo cercando di capire se riusciamo a farli rientrare nella stessa gara, in modo da aggiungere solo poco tempo agli 800 giorni preventivati”. Quello che per Di Sarcina è “l’abbellimento” sarebbe rendere fruibile in modo migliore, con le bici o a piedi, i circa due chilometri di camminata che guardano dall’alto l’intero porto di Catania. E che, a messa in sicurezza ultimata, saranno più alti di altri due metri e mezzo, in modo da proteggere più efficacemente gli attracchi delle banchine dalle mareggiate, assieme ai nuovi frangiflutti che saranno aggiunti a quelli già esistenti. “Saranno lavori lunghi e dispendiosi – ammette il presidente dell’Autorità portuale – E non se ne parla certamente da ieri”.

Il caso del progetto per la banchina

Nel frattempo, il 30 maggio 2022, è stata aggiudicata la gara d’appalto da 400mila euro per la progettazione del consolidamento e ampliamento della banchina della stessa area del porto. La gara, in realtà, è stata bandita a gennaio 2021, quando ancora a presiedere l’autorità portuale era Andrea Annunziata. Con 12 istanze di partecipazione arrivate, a ottobre 2021 si avviano le procedure di verifica sulle buste e, a febbraio 2022, le operazioni si bloccano: il presidente della commissione di gara comunica le proprie dimissioni “a causa della propria accertata incompatibilità con uno degli operatori economici partecipanti alla gara”, si legge nell’aggiudicazione.

Sostituito il presidente, la gara va avanti e si scopre che c’è un RTP (raggruppamento temporaneo di professionisti) che ha presentato un ribasso superiore al 51 per cento. La commissione chiede chiarimenti, li ottiene. Sembra che le operazioni possano proseguire ma c’è un nuovo inghippo: il raggruppamento ha per capogruppo la società Technital spa, colosso veronese degli appalti, ma la società mandante è la ben più piccola Artec associati srl, una società messinese di professionisti. Quest’ultima “risulta essere interamente di proprietà del Consorzio Stabile Progettisti Costruttori“. Una vecchia conoscenza a Catania: è l’impresa della famiglia Capizzi di Maletto, oggetto di interdittiva antimafia alla fine del 2021, poco dopo l’aggiudicazione della gara per la realizzazione del parcheggio interrato in piazza della Repubblica (quello per cui si attende una nuova gara).

L’Autorità portuale se ne accorge. Chiede alla prefettura di Messina se nei confronti della Artec si vogliono prendere provvedimenti simili a quelli che, a Catania, sono stati presi per la società ammiraglia. Ma nel frattempo la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Catania ammette il Consorzio stabile al controllo giudiziario. In altri termini: la società può continuare a operare, sotto stretta sorveglianza di piazza Verga. Il 30 maggio l’epopea della gara per la progettazione della banchina finisce, con l’aggiudicazione al citato raggruppamento.

La darsena commerciale

La terza cosa che si muove, infine, riguarda la darsena commerciale. Quella inaugurata in pompa magna ma inattiva dal giorno in cui alcuni vuoti sotto l’asfalto avevano impensierito l’Autorità portuale di allora e, di conseguenza, la ditta che aveva eseguito i lavori: Tecnis. Era il 2015 e da allora nulla più si è mosso e il traffico traghetti si è accalcato ancora una volta sull’area di Levante del porto, caricandola di tir e container. “Abbiamo individuato la ditta: si tratta di un’associazione di imprese composta da ICM e Società italiana dragaggi, erano i secondi classificati al precedente appalto”, annuncia Di Sarcina a questa testata.

Nei mesi, spiega il presidente dell’Autorità portuale, è stato necessario rifare la progettazione della darsena, poiché il progetto precedente non era più attuale, né eseguibile alle stesse condizioni di prima. Non solo sotto il profilo economico, ma soprattutto sotto quello della sicurezza. “In totale i lavori costeranno 30 milioni, ne abbiamo messi 19 in più rispetto a quelli che avevamo preventivato – conclude il presidente – Saranno necessari 500 giorni e poi avremo riattivato la darsena, riabilitandola e facendo finalmente cessare il va e vieni di tir e camion. Ci vorrà solo un anno e mezzo di sofferenza“.


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