24 Luglio 2018, 20:08
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PALERMO – Presentato oggi il progetto di fattibilità tecnica ed economica del porto hub di Palermo e della riqualificazione della costa orientale. E non mancano le critiche.
“La ricetta di Eurispes per il Mezzogiorno è vecchia: in breve, cemento e devastazione del territorio – dice Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune – Si tratta di un progetto colossale, con un investimento previsto di 5 miliardi di euro, che ambisce a parlare di futuro con soluzioni obsolete ed inadeguate. Anche gli elementi di fattibilità tecnica ed economica lo sono. Si basano infatti su presupposti sbagliati: il porto di Palermo non è affatto il primo transito di collegamento italiano ed europeo per i carichi provenienti dal canale di Suez. In realtà da anni ad Augusta si lavora per un hub commerciale, che intercetterebbe per primo il traffico in arrivo. Inoltre, la stessa area individuata fa nascere perplessità: la Bandita è nel centro urbano, un’area a forte vocazione turistica che risulterebbe pesantemente penalizzata dal traffico di navi commerciali. Infine, non si avvierebbe alcun tipo di riqualificazione della costa. L’iniziativa è comunque in pieno contrasto con il Piano regolatore generale del Comune di Palermo e con il Piano urbano del Demanio marittimo. Dunque non è contemplata in alcun modo nella pianificazione prevista per la città di Palermo.”
“Il progetto é totalmente difforme dall’attuale Prg, dal nuovo Prg e dal Pudm – dice Sandro Terrani, capogruppo del Mov139 – La vocazione della costa sud deve essere turistica, al limite si può ampliare il porto della Bandita creando un nuovo porticciolo peschereccio e da diporto. Bisogna inoltre favorire la balneazione grazie al completamento del collettore sud e alla nuova fognatura di via Messina Marine. Cosa assolutamente incompatibile con un mega porto commerciale che crea inquinamento e distrugge la costa, meglio farlo a Termini Imerese”.
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24 Luglio 2018, 20:08