02 Agosto 2018, 11:45
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BELPASSO – Oltre duemila lettere gettate via. Troppa fatica nel consegnarle. Così lui, il postino, un 21enne catanese, impiegato di una società di servizi – la Olimpo Service S.r.l. – delegata alla consegna di corrispondenza in ambito regionale, ha trovato una scorciatoia, pensando di farla franca. A scoprire il materiale cartaceo qualche giorno fa nella grotta naturalistica denominata “Grotta del Diamante”, in contrada Pettirosso, agro del comune di Belpasso, è stato il personale speleologico del club Alpino italiano che ha presentato una denuncia ai Carabinieri della Stazione di Belpasso. Si tratta di corrispondenza inviata da istituti di credito, studi legali, compagnie assicurative e società di servizi a privati cittadini. Un danno per i cittadini.
La direzione della società, sollecitata dai carabinieri, ha chiarito il meccanismo utilizzato per lo smistamento della posta gestita dal fattorino. Attraverso infatti la tracciatura delle lettere, tramite l’utilizzo di un palmare dotato di lettore ottico, il postino procede allo “sparo” del barcode presente sulla busta. Questa operazione consente di risalire al fattorino a cui viene affidata la corrispondenza, consentendo di monitorare la busta fino alla fase del recapito al destinatario.
Una volta giunti sul luogo di recapito lo stesso operatore avrebbe dovuto certificare la consegna della busta, leggendo il barcode con lo stesso palmare che, attraverso il GPS del suo palmare memorizza e trasferisce , tramite SIM card, sul sistema, i seguenti dati: “luogo data e ora del recapito”, e successivamente avrebbe proceduto ad imbucare la corrispondenza tracciata.
Grazie a questo automatismo i carabinieri, analizzando un campione di 250 buste, recuperate dagli speleologi del C.A.I., sono riusciti ad attribuire la posta esaminata ad una sola persona, un catanese di 21 anni che dovrà rispondere all’autorità giudiziaria di violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza commesse da persona addetta al servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni.
Nel frattempo il personale del C.A.I. ha recuperato tutta la corrispondenza depositata sul fondo della grotta riempendo ben sette sacchi di juta, posti sotto sequestro dai carabinieri.
A seguire le operazioni di recupero della posta, quest’oggi anche il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, che si è recato nuovamente, nella “Grotta della Dinamite”, in via del Pettirosso al villaggio delle Ginestre. “Gli speleologi del Cai – riferisce Motta – hanno recuperato alcuni sacchi di materiale che sono stati sigillati e consegnati ai Carabinieri, presenti sul posto, per le verifiche del caso. Abbiamo purtroppo dovuto constatare che è stato appiccato il fuoco all’interno della grotta distruggendo parecchio materiale e rendendo il sito difficilmente accessibile per gli operatori del Cai. Tutto quello che è stato riportato integro in superficie, tra le difficoltà, potrà consentire agli investigatori di approfondire l’accaduto. Da parte nostra abbiamo posto la massima attenzione verso questo caso e messo in atto tutte le procedure di nostra competenza per assicurare la massima collaborazione alle forze dell’ordine. Quello che è accaduto nella Grotta della dinamite – conclude il sindaco Motta – è un fatto deprecabile. Non siamo tra i comuni destinatari di questa corrispondenza ritrovata, ma abbiamo comunque subìto un oltraggio sul piano ambientale in un sito di interesse naturalistico. Anche in casi del genere ci rendiamo conto di quanto sia complesso tenere sotto controllo un territorio così vasto e per questo faccio un appello ai cittadini perché di fronte a movimenti sospetti facciano immediatamente le segnalazioni alle forze dell’ordine”.
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02 Agosto 2018, 11:45