Potere al Popolo si organizza | Nei sondaggi il sorpasso su LeU

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18 Agosto 2018, 06:08

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Qualcosa si muove a sinistra, dopo lo sconquasso delle ultime Politiche. Lontano dai salotti televisivi starebbe maturando un sorpasso nelle lande dimenticate a sinistra del Pd. In un sondaggio di fine luglio per la prima volta da quando esistono i due soggetti, entrambi nati nel dicembre 2017, “Liberi e Uguali” risulterebbe dietro a “Potere al Popolo”. Alle Politiche del 4 marzo LeU aveva ottenuto il 3,4% dei voti pari a 1,1 milioni di voti (eleggendo 18 parlamentari), mentre la lista nata nel giro dei centri sociali aveva ottenuto l’1,1% pari a 370 mila voti, senza eleggere rappresentanti. Il sondaggio Swg di fine luglio invece assegna il 2,4 a Leu e il 2,5 a Potere al Popolo. Un “sorpasso” accolto con una certa freddezza dai ragazzi del centro sociale Je so’ pazzo Ex Opg di Napoli, che furono i promotori della lista. “Come ho detto già altre mille volte, questi sondaggi valgono poco”, ha scritto su Facebook Salvatore Prinzi, uno degli attivisti.

“Non c’è una gara a sinistra, non è questo il tema. Diciamo che c’è un’attenzione a Potere al Popolo – commenta Pierpalo Montalto, avvocato e attivista catanese –. C’è una comunità che non si accontenta dell’attivismo ma vuole costruire rappresentanza politica. E la più importante novità è quella della grande partecipazione di giovani”.

Potere al popolo nacque come lista alle ultime Politiche da un appello lanciato dal Centro sociale ex Opg di Napoli. Che a Catania fu accolto dal centro sociale Colapesce e dalla Comunità Resistente Piazzetta, una realtà radicata nel mondo studentesco etneo. È un soggetto politico la cui organizzazione è in fieri. Ha un certo seguito tra i giovani ma non solo. Si è lanciata una campagna di adesioni e ci sarà un momento assembleare a ottobre.

Alle Politiche la lista in Sicilia schierò tra gli altri Valeria Castorina, Piero Mancuso dei “Briganti” di Librino, Mamme No Muos e attivisti delle periferie. “Io sono un ex dirigente di Rifondazione comunista – racconta Montalto –. Eravamo una realtà ben strutturata. Rispondendo a questo appello ci siamo lanciati in campagna elettorale. Ora viene il bello”.

“Abbiamo già fatto due date a Catania e a Palermo per la nostra campagna di adesioni. E ne faremo altre, a Catania forse i primi di settembre”, racconta Damiano Cucè, portavoce del movimento a Catania. La sfida è recuperare una rete capillare in tutta la regione. Ci sono già degli attivisti a Barcellona Pozzo di Gotto, Capo d’Orlando, Ragusa, Siracusa. Alle ultime amministrative siciliane il movimento non si è presentato. “Abbiamo deciso di prenderci del tempo per organizzare bene l’assetto interno”, spiega Cucè. Intanto a Catania il movimento ha attivato una serie di sportelli per lavoratori e migranti, al Colapesce: “Grazie a legali che prestano gratuitamente la propria attività stiamo al fianco dei lavoratori in vertenze – racconta Cucè –. Poi organizziamo il doposcuola nel territorio. Siamo stati al fianco del movimento No Muos. E insieme ai docenti contro la Buona Scuola calata da Renzi”.

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“In Italia c’è un vuoto politico enorme a sinistra – ragiona Montalto –. La definizione sinistra è stata usata impropriamente dal Partito democratico”, dice Montalto. Che rinfaccia al centrosinistra i processi di “controriforma” dei suoi governi. Potere al popolo punta a creare una forza autonoma e alternativa al centrosinistra. “Non si esce da questa crisi sociale con uno spirito reazionario o con la propaganda razzista, creando falsi nemici interni come l’immigrato”, dice Montalto, che definisce il connubio 5 Stelle-Lega un governo “di estrema destra”.

A Palermo la campagna d’adesione è cominciata i primi di agosto, racconta Pietro Milazzo, storico esponente della sinistra cittadina, continuerà a settembre. “Abbiamo approvato un regolamento omogeneo con quello nazionale – spiega l’esponente palermitano di Potere al popolo -. A settembre faremo una prima assemblea territoriale”. All’interno collettivi politici, vecchi militanti di sinistra, pezzi di Rifondazione comunista. “Si vede che è un progetto in crescita, registriamo una partecipazione crescente e incoraggiante”, dice Milazzo, che qualche mese fa si fece notare per una presa di posizione favorevole all’uscita dalla prigione di Marcello Dell’Utri, ispirato al “garantismo di sinistra”,che va “oltre il concetto di detenzione come se si trattasse di una vendetta”. L’anima movimentista è forte, così come la vocazione sociale: “La questione sociale a Palermo, dall’emergenza abitativa alla povertà, non è trattata in maniera adeguata dalla politica. E sappiamo come ci sia un nesso inscindibile tra il sottosviluppo e la forza dei poteri criminali”, dice Milazzo. Il prossimo progetto nel capoluogo? La creazione della Casa del Popolo.

NOTA

Riceviamo e pubblichiamo da Pietro Milazzo: “Torna ancora questa bufala del mio presunto dichiarami per la liberazione di Dell’Utri. Sono costretto a fare, per l’ennesima volta , un’antipatica precisazione .. Durante la scorsa campagna elettorale, ad una domanda “scomoda” o trappola, come meglio si dovrebbe chiamare, su cosa avrei detto su una possibile scarcerazione, decisa da un giudice, nel caso di condizioni di salute estreme, di Dell’Utri, risposi che per la cultura di un militante di sinistra, ma, in generale, per la cultura di civiltà giuridica del nostro paese, la condanna non è concepita come una vendetta spietata della società, ma come un esempio ed un azione di rieducazione, che non deve mai essere sospesa, pena la nostra stessa trasformazione in artefici di male. Questa cosa si trasformò, nella affermazione giornalistica, nel fatto che Potere al Popolo chiedeva la liberazione di Dell’Utri. Immaginatevi il clamore e le speculazioni negative che questa interpretazione provoco’, specie in piena campagna elettorale.. La giornalista che mi aveva telefonato si scuso’ con me, chiarendo che il titolo di commento l’aveva scritto, non lei, ma il direttore. Io mandai una nota di rettifica che fu pubblicata, ma, sempre, con un atteggiamento che quasi quasi metteva in dubbio la mia stessa rettifica. Ora in calce a queste mie dichiarazioni sull’oggi, riappare, nuovamente, scorrettamente, questa questione. Chiedo, formalmente, al giornalista che mi ha telefonato, di rettificare questa parte. Per il resto le mie altre dichiarazioni su PaP sono assolutamente rispondenti a ciò che ho dichiarato”

La replica dell’autore del testo: “Egregio signor Milazzo, lasci le bufale al caseificio. La sua posizione nell’articolo e’ riportata correttamente proprio nella sua motivazione squisitamente politica e di carattere generale. E se mi permette, da garantista e cultore dello Stato di diritto, trovo che le faccia onore per l’onestà intellettuale che dimostra. Meno felice mi sembra invece la  sua nota ‘antipatica’ (l’aggettivo, calzante, e’ suo) di cui comunque prendiamo atto. Un cordiale saluto Sa. T.”.

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18 Agosto 2018, 06:08

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