Poveri sì, ma non abbastanza | Ecco i beffati dalla Social Card

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29 Dicembre 2016, 05:09

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PALERMO – Non si è ancora placata la tempesta che si è abbattuta sui fondi delle social card a Palermo, denaro stanziato dal ministero delle Politiche sociali e dell’Economia per le famiglie più bisognose. A Palermo sono state più di 7 mila le richieste avanzate dai cittadini indigenti della città, di queste più della metà sono state rigettate: 4 mila famiglie non riceveranno i benefici economici.

Chi sono gli esclusi? Sono cittadini non abbastanza poveri per i rigidi parametri del Ministero, ovvero non raggiungono i 45 punti da totalizzare in base a ferrei requisiti, Isee e numero dei componenti del nucleo familiare. Un gioco di fredda matematica quello della social card che si consuma, per esempio, sulla pelle della signora Concetta Argento che non potrà accedere agli aiuti perché, incredibilmente, ha raccolto solo un punteggio di 44,89, nonostante abbia due figlie minorenni, un marito disoccupato e un Isee che non raggiunge neanche i 15 euro. “Ci rendiamo conto che non potrò usufruire di questa carta solo per uno scarto di 0,11 – sbotta la signora Concetta -?. Il mio reddito non è pari a zero solo perchè mio suocero ha comprato dei buoni fruttiferi di poche centinaia di euro per le sue nipoti. Ma non posso certo rimproverarlo per questo se non fosse per lui e per mia suocera io e la mia famiglia saremmo per strada”.

Concetta si sente doppiamente beffata da “uno Stato per il quale devo morire letteralmente di fame per accedere ai pochi sostegni economici che mette a disposizione”. Affitto, cibo, vestiti e sostentamento per le due bambine arrivano interamente dai suoceri e da qualche parente, Concetta nel frattempo cerca lavoro e pulisce le scale nei palazzi vicino al Tribunale “chiedo un’offerta – ammette la signora – ma con pochi spiccioli non posso mantenere nessuno. I soldi della social card avrebbero consentito alla mia famiglia di essere un po’ più serena, almeno per un anno”.

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In un vicolo alle spalle della Cala vive invece la signora Ignazia Di Paola, disoccupata, 3 figli e un nipote a carico. Anche per la sua famiglia niente social card e la rabbia è alle stelle. Questa volta lo scarto che separa la famiglia Di Paola dal bonus economico è un po’ più consistente: Ignazia ha totalizzato solo 42 punti. “Per l’Inps siamo ricchi perchè mio marito percepisce una piccola pensione minima di 430 euro al mese”. Il marito, che ha 67 anni, però continua a darsi da fare, fa il pescatore per cercare di arrotondare. “Viviamo anche grazie ai soldi e all’aiuto di mia madre – ammette Ignazia arrabbiata – ma si può continuare così? E’ impossibile vivere in 6 con meno di 500 euro al mese. Non credo significhi questo essere ricchi”.

Risulta fuori dai parametri di povertà anche la signora Anna che preferisce non rendere noto il cognome “perché mi sento già abbastanza umiliata”. Anna nel suo stato di famiglia ha 6 persone: suo marito, i suoi figli, un genero e i nipoti. “Ci sono tanti bambini nella mia famiglia – ammette la donna – e sono la mia gioia, anche se le preoccupazioni non mancano: due di loro sono disabili”. Nonostante tutto la domanda per la social card presentata da Anna è stata rifiutata. La causa è il suo stipendio: meno di 300 euro al mese per fare le pulizie a casa di una vicina. “ Il mio Isee non raggiunge i 3 mila euro e su di me contano sei persone, eppure non ho diritto all’aiuto dello Stato – racconta –. Mi ritrovo quasi a gioire perché il Tribunale di Palermo ha riconosciuto la disabilità di mia figlia e mio nipote, così almeno potremo sperare in altri aiuti”. Speranza, di questo è fatta la vita di Anna che non riesce ad arrivare nemmeno a fine mese: “ Riusciamo a mangiare tutti i giorni grazie al banco alimentare Opere pie e di carità che ogni mese ci porta pasta e altre cose, cosa faremmo senza queste associazioni?”.

“I parametri del Ministero sono troppo restrittivi – ha dichiarato Antonio Nicolao che da tempo denuncia i problemi e i ritardi legati alla social card – così vengono lasciate sole troppe famiglie in difficoltà. Sarebbe auspicabile che il comune aprisse un canale comunicativo con il Governo centrale per cercare di trovare una soluzione che consenta a un numero più consistente di cittadini bisognosi l’accesso a queste risorse”. L‘assessore ai Servizi sociali del Comune, Agnese Ciulla, qualche giorno fa aveva promesso: “Cercheremo di coinvolgere in altri progetti comunali questi cittadini. Il ministero ha rimandato al mittente troppe richieste, ma non solo qui, in tutta Italia. Nel nostro piccolo, però, cercheremo di trovare delle soluzioni alternative”. Ma intanto per 4mila palermitani il diniego della social card è una certezza.

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29 Dicembre 2016, 05:09

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