Pozzillo, fondali più puliti |grazie agli angeli del mare

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27 Maggio 2018, 11:51

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POZZILLO – Lavoro di squadra, passione e la consapevolezza di poter migliorare un frammento del proprio mare. E’ questo lo spirito dei 150 volontari che ieri hanno operato , tra fondale e costa, nella cornice del porticciolo di Pozzillo. L’evento è il cuore della Festa del Mare organizzata da ben 14 anni dall’associazione Liberi Artisti. “L’associazione nasce  ad Acireale, e ruota attorno alla tradizionale arte di costruire presepi ”, ci racconta il presidente Antonio Leonardi, “ma fin dall’inizio abbiamo organizzato questi appuntamenti annuali: per sensibilizzare la cittadinanza alla tutela dei nostri luoghi”. Dodici associazioni subacquee (Katane, La Cernia, Gro.Sub, Brezza di Mare, INFP, L.I.F.E. Onlus, Trigone, Scuba Diving School, Acisub, Etna Divers, Victoria College, Cormorano Diving), insieme a diverse realtà ambientaliste (da Fare Verde a Legambiente), gruppi scout e di Protezione Civile, si sono coordinati per un’intera mattinata ripulendo lo specchio d’acqua e gli scogli circostanti. Col materiale raccolto sono stati colmati due cassoni scarrabili. Retini, guanti e sacchetti, insieme ad un ottimo pranzo, li hanno forniti gli artisti acesi. “Tra i rifiuti più evidenti”, rileva Giancarlo Tatoli –presidente dell’associazione “Brezza di Mare”-  “batterie e copertoni, abbandonati evidentemente dai pescatori”.

I copertoni vengono infatti utilizzati di frequente come parabordi per le imbarcazioni, mentre a batterie da automobile si collegano alcuni dispositivi impiegati per la pesca. Non è raro, purtroppo, che proprio chi tradizionalmente vive del mare sottovaluti l’impatto delle proprie azioni: “Non è la prima volta che osservo qualche pescatore verniciare la barca e sciacquare i pennelli in mare, gettando tutto in acqua a lavori ultimati”, lamenta un altro subacqueo partecipante. Nel catanese, le iniziative di pulizia dei fondali hanno almeno vent’anni: “Abbiamo iniziato a Stazzo nel 1998”, racconta e si racconta Martino Florio, esponente della onlus L.I.F.E. ,”recuperando reti ma anche motorini e lavatrici, sotto gli occhi dei locali che non capivano il perché”. Florio, paraplegico da diversi anni, nel 2006 è stato autore di un record d’immersione ancora imbattuto: una discesa a -51 m di profondità (tale la quota omologata: di fatto sembra siano stati quasi 60), nelle acque del Plemmirio. La performance vedrà un giorno il seguito? “Non m’interessa, come non m’interessava il record in sé”, sottolinea Florio, nuotatore e subacqueo da una vita: “l’ho fatto per parlare a tutti i disabili che si deprimono, per ricordare loro di come la vita vada vissuta in ogni caso!”.

Tra i momenti più intensi della giornata, il recupero di due grandi lampioni piombati nelle acque del porticciolo diversi anni addietro: i subacquei li hanno prima disincagliati tagliando le lenze e il cordame accumulatisi, quindi hanno deposto poco più in là gli animali che utilizzavano le strutture metalliche come habitat: “E’ una delle fasi più importanti di questi lavori”, rileva un membro della scuola subacquea INFP, “ma richiede estrema delicatezza. C’è però l’emozione di poter avvicinare degli animali vivi nel loro ambiente, e di poterli aiutare a star meglio. Sulla terraferma richiederebbe attitudini rare e procedure più complesse”. I pali sono stati quindi imbragati con varie cime e infine sollevati sul molo, grazie alla squadriglia “Cigni” degli scout di Acireale: ragazzi e ragazze hanno così messo al servizio del mare l’esperienza già consolidata nella disciplina scoutistica.  “E’ una specie di effetto domino”, fa notare una volontaria del gruppo di Protezione Civile “Le Aquile” : “Quando la gente ci vede, spesso si unisce a noi e inizia a ripulire. Alcuni si rendono conto che in ogni ambiente siamo ospiti, altri no”. Lo abbiamo osservato coi nostri occhi e negli occhi di tanti partecipanti. “Conoscere e far conoscere il fondo del mare è il primo passo per rispettarlo”, riflette Filippo Massari: figura storica della subacquea locale, è stato tra i primi a fotografare i fondali catanesi. “Per questo, forse, molti dei partecipanti ad iniziative come quella di oggi sono stati sempre fotografi e video-operatori subacquei”. Possibile: è nota l’attenzione costante che i foto-sub coltivano nei confronti dei luoghi che amano immortalare, insieme all’entusiasmo nel mostrarli. Le diapositive di una volta, oggi materiale di nicchia, hanno quasi del tutto ceduto il passo alle immagini digitali veicolate dalle pagine social di questi appassionati: per loro, poca è la distanza tra immergersi, conoscere ed amare. Tornando così all’idea fondante di ogni forma d’arte, e al motivo profondo che ha spinto degli artisti a spendersi di nuovo per la propria terra.

 

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27 Maggio 2018, 11:51

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