Cronaca

Pregliasco: “Con il vaccino raramente in terapia intensiva”

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30 Giugno 2021, 18:59

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“Inciampi del vaccino possono esserci, ma l’infezione da Sars-Cov-2 in chi è vaccinato è comunque di entità più lieve rispetto a chi non lo è. E pazienti che si infettano dopo due dosi di vaccino quasi mai arrivano ad aver bisogno della rianimazione, come mostrano i dati sulle terapie intensive e i decessi di questi giorni. Quindi, di fatto, pesano meno sul sistema sanitario nel complesso”. Lo spiega all’Ansa il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore dell’Istituto Galeazzi di Milano e ricercatore all’Università statale di Milano commentando le 1.559 le persone che, in Alto Adige, sono risultate positive al Covid-19 dopo esse state vaccinate, con una o due dosi.

I vaccini, prosegue Pregliasco, “sono stati registrati con il fine di evitare la malattia Covid-19, quindi il fatto che tra i vaccinati vi siano infetti non dimostra la loro non efficacia”. Inoltre gli infetti sono risultati a fronte di 265.000 vaccinati, quindi “sono una parte molto piccola e pertanto lo studio conferma l’opportunità della vaccinazione”.

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Certamente, aggiunge, “per valutare meglio nel merito, sarebbero utili maggiori informazioni. Ovvero si dovrebbe distinguere, scorporando i dati, se gli infetti avevano ricevuto sia la prima che la seconda dose, e soprattutto indagare quale tipo di variante presentavano le persone risultate infettate. E’ probabile, purtroppo, si tratti di variante Delta, che abbiamo visto ha più possibilità di bucare il vaccino. Fare più sequenziamenti – conclude – è fondamentale per fare il tracciamento di ogni singolo focolaio e valutare i singoli casi di positività post vaccino”. (ansa)

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30 Giugno 2021, 18:59

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