14 Luglio 2021, 08:13
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CATANIA – Più di un festival musicale, più di un doveroso omaggio all’autore di Norma, più di un cartellone di eccellenze. Istituendo il Bellinfest, e dandogli ampio respiro, la Regione Siciliana ha voluto compiere una precisa scelta identitaria nel segno di Vincenzo Bellini, sommo genius loci e padre del melodramma romantico italiano. Diventa un brand ufficiale il nome del compositore che, da quasi due secoli, incarna sul palcoscenico del mondo il ruolo di ambasciatore universale della Sicilia e del suo mèlos: in ciò risiede la forza di quella koinè globale che è la Musica. Dal 6 agosto al 6 ottobre, eccelsi belcantisti, direttori d’orchestra, registi daranno vita ad una kermesse in cui musica danza prosa cinema s’intrecciano e si contaminano. E ancora incontri culturali, giornate di studio. Un progetto multiculturale, articolato e composito, promosso dal Governo regionale attraverso l’Assessorato del turismo, sport e spettacolo, che ha catalizzato la sinergia del Comune di Catania, dell’Arcidiocesi e delle principali istituzioni teatrali e culturali: Teatro Massimo Bellini di Catania, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Università degli Studi di Catania, Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” di Catania, Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina.
La mission. Come sottolinea Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana: «La melodia infinita di Bellini, quella che incantava Verdi e ha ispirato Wagner, rappresenta emblematicamente la cifra identitaria di una Sicilia che è terra di bellezza e armonia, in cui i contrasti si compongono in un ordine superiore. Niente è lasciato a caso nel segno tormentato delle infinite modifiche che attraversano le partiture belliniane, in una continua ricerca di semplicità e perfezione. Sembra in quelle carte di leggere la “cura” per liberare le energie migliori di un universo che aspira al sublime, al prezzo di qualsiasi sofferenza, anche morire giovane. È una lezione importante quella che viene dalla parabola umana e artistica di Vincenzo Bellini, da due secoli nel Pantheon dei più grandi, cittadino d’Europa ante litteram, che delle proprie origini etnee fece sempre un vanto e soprattutto un connotato di stile. Ci piace assomigliargli, adottarne il metodo e la determinazione, e non solo nel governo delle iniziative artistiche e culturali. Coraggio, resistenza, orgoglio sono le doti dei siciliani, quelle che ci portano lontano. Per la Sicilia e chi c’è nato non vale il vincere facile, ma se guardiamo ai nostri uomini migliori, se leggiamo con attenzione la nostra Storia, sembra di vincere sempre. Con l’impegno, con il talento, con il genio. Come Bellini, al quale dedichiamo finalmente un festival che dovrà parlare al mondo della natura siciliana più nobile e alta».
Osserva Manlio Messina, assessore regionale del Turismo, Sport e Spettacolo: «Il Bellininfest, oltre ad essere un grande evento culturale, è un appuntamento che punta a dare lustro alla Sicilia, mettendola al centro del Mediterraneo per tutti coloro che vorranno vivere la nostra terra grazie al nostro inestimabile patrimonio artistico materiale e immateriale. La terra natale fa oggi di questo autore il simbolo delle sue energie migliori e dei suoi valori, attraverso un festival di eccellenza, che per contenuti e protagonisti, si traduce in potente veicolo di promozione per il rilancio di un’isola che sa, può e deve puntare sulla propria vocazione turistica e culturale».
Per Salvo Pogliese, Sindaco di Catania: «Il festival intitolato a Vincenzo Bellini segna un obiettivo importante per un’area metropolitana che conta già due siti Unesco fortemente identitari, l’Etna e il Barocco. Come primo cittadino e presidente del Teatro intitolato al Cigno di Catania, considero questa prima edizione strategica e funzionale non solo per la ripartenza postpandemica ma in una proiezione futura a lungo raggio. L’impegno comune deve essere quello di consolidare una manifestazione d’eccellenza, al fine di allineare Catania alle altre capitali della musica che al vanto di avere dato i natali a grandi compositori ne perpetuano la valorizzazione».
IL CARTELLONE
L’anteprima – Il ricco programma prevede una prestigiosa anticipazione, affidata a Riccardo Muti, alla testa dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, da lui fondata nel 2004. Ad aprire il concerto, che segna il debutto di Muti al Teatro Antico di Taormina, saranno le note della Sinfonia di Norma, cui seguirà la sublime Nona di Schubert: le «melodie lunghe, lunghe, lunghe» di Bellini, così identificate da Verdi, saranno l’eco della «divina lunghezza» che Schumann elogiava nel capolavoro schubertiano (14 luglio).
Opere. Nella locandina di Rigoletto, in scena ancora al Teatro Antico, figura una coppia di nomi già scritti nella storia dell’interpretazione musicale: dirige Plácido Domingo, al suo debutto siciliano, mentre il baritono Leo Nucci, oltre a rivestire il prediletto ruolo del Gobbo, curerà anche la regia. Accanto a questi due leoni della scena una compagnia di alta caratura: il tenore Stefan Pop, il soprano palermitano Federica Guida e il mezzosoprano Anastasia Boldyreva, il basso Antonio Di Matteo; scene di Carlo Centolavigna, costumi di Artemio Cabassi, coreografie di Silvana Lo Giudice (11 e 13 agosto).
Norma, in scena al Teatro Bellini di Catania il 23 settembre, 186° anniversario della morte del compositore, sarà firmata da Davide Livermore, regista e scenografo tra i più autorevoli, con i costumi di Marianna Fracasso. Per la prima volta verrà utilizzata la partiturache Roger Parker sta approntando per l’Edizione critica delle opere di Bellini, in corso di realizzazione per Ricordi. Nel ruolo del titolo il soprano Marina Rebeka, tra le più accreditate nelle vesti della sacerdotessa druidica, qui affiancata dal tenore Azer Zada, dal mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya e dal basso Antonio Di Matteo. Entrambe le produzioni sono allestite dal Teatro Bellini, di cui impiegano l’Orchestra e il Coro istruito da Luigi Petrozziello. Sul podio Fabrizio Maria Carminati, fecondo direttore artistico del Bellininfest e del Teatro Bellini, che già dal 2020 – nonostante l’emergenza pandemica – lavora sul doppio versante della ripresa scenica e della registrazione discografica delle opere di Bellini. E proprio nel corso del festival sarà presentata la nuova incisione in cddel Pirata di Vincenzo Bellini realizzata lo scorso anno. Seguirà la proiezione di Bellini, la natura del genio, documentario cofinanziato dalla Regione Siciliana (4 settembre, Foyer del Bellini).
Concerti – Le soirée musicali si svolgeranno in diverse sedi del capoluogo etneo, a cominciare dalla Villa Bellini che ospiterà il recital inaugurale di Lisette Oropesa, una galleria di eroine belliniane care al soprano di New Orleans; l’Orchestra e il Coro del Bellini sono diretti da Carminati (6 agosto).
«Mira, o Norma» è un’esaustiva antologia del capolavoro bellini ano; solisti vocali ancora Rebeka e Pop con il mezzosoprano Anna Goryachova e il basso Antonio Di Matteo; dirige Alvise Casellati (5 settembre).
Trascrizioni e arrangiamenti belliniani costituiscono il tributo dell’Orchestra Fiati del Conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, diretta da Lorenzo Della Fonte: un repertorio particolarmente indicato per le esecuzioni en plein air (2 settembre).
Norma in Jazz è il titolo di un ambizioso progetto dovuto alla penna di Paolo Silvestri e alla presenza della mercuriale Orchestra Jazz del Mediterraneo. Al posto della voce della protagonista c’è la tromba leggendaria di Paolo Fresu, che insieme a Dino Rubino e Marco Bardoscia ridefinisce colori e atmosfere della tragedia lirica belliniana (10 settembre). L’HJO Jazz Orchestra, diretta da Benvenuto Ramaci, propone Bellini in Jazz & Classic in Swing, che accosta collaboratori storici – il pianista e compositore Giuseppe Emmanuele, la cantante Anita Vitale – per una locandina crossover, che ospita gli interventi della Compagnia Colonna, nata da un’intuizione della coreografa Iliana Ciccarello (12 settembre).
Fortuna e ricezione dell’opera di Bellini sono alla base del programma dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, qui diretta da Michael Koehler: dai componimenti originali si approda al vasto repertorio di trascrizioni, in particolare di Mercadante, Cavallini e Bottesini. Autentica fu altresì l’ammirazione che Wagner nutrì nei confronti di Norma, tanto da ispirarsi al finale per l’epilogo di Tristan und Isolde, qui riproposto quale vertice della letteratura romantica (26 settembre).
Uno sguardo al passato, uno al futuro, con al centro Bellini, snodo nevralgico della cultura musicale europea: nasce da un progetto di Gabriele Ferro, bacchetta di chiarissima fama e alti meriti belliniani, il concerto dell’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, che associa due musicisti catanesi, Bellini e Aldo Clementi, a Franz Schubert, contemporaneo del primo. Voci soliste Gabriella Costa e Adriana Di Paola (30 settembre).
Il festival contempla anche il Primo Concorso internazionale di voci nuove“V. Bellini”, per il Concerto dei vincitori l’Orchestra del Teatro Bellini sarà diretta da Giuseppe Sabbatini, esperto didatta e già tenore dalla luminosa carriera. La serata prevede un omaggio belliniano in danza di Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opéra di Parigi, che sarà insignita del Premio alla carriera “Teatro Massimo Bellini” (2 ottobre).
Belliniana è una produzione della Fondazione Taormina Arte Sicilia che vede protagonista la storica Orchestra a Plettro Città di Taormina guidata da Antonino Pellitteri in un programmadi fantasie e trascrizioni che il direttore ha ricavato dalle partiture operistiche, mentre il soprano Francesca Adamo Sollima eseguirà alcune ariette da camera di Bellini. In chiusura, la compagine accompagnerà la proiezione del breve film muto La Norma del 1911 (3 settembre, Taormina, Odeon, 4 settembre, Catania, Palazzo della Cultura).
I concerti proposti dall’Istituto Superiore di Studi Musicali Vincenzo Bellini” di Catania sono dedicati ad aree della produzione belliniana complementari a quella operistica. Il concerto di musica sacra è frutto di un’esemplare sinergia tra l’attività di ricerca dell’Ateneo catanese e quella performativa dell’Orchestra dell’Istituto e prevede – con la Messa in la minore per soli, coro e orchestra – la prima esecuzione assoluta di tre Tantum ergo composti nel periodo catanese di Bellini, frutto di un apprendistato musicale condotto sotto l’egida del padre Rosario e del nonno Vincenzo Tobia (1 ottobre). Agli allievi delle classi di Canto dell’Istituto sarà invece affidata l’esecuzione di tredici arie da camera: composizioni d’occasione destinate a essere eseguite nei salotti di tutt’Europa, nelle quali Bellini seppe condensare la bellezza della melodia con l’intensa espressività della sua “malinconica musa” (22 settembre).
Infine il pianista Giovanni Bertolazzi proporrà una delle più celebri parafrasi belliniane: quella della cavatina di Norma composta dal virtuoso del pianoforte Sigismund Thalberg in ossequio a una prassi di trascrizioni e riletture delle più grandi pagine belliniane ampiamente diffusa nel primo Ottocento (25 settembre).
Prosa, musica, danza e altre contaminazioni – Bellini Black Comedy, dall’eloquente sottotitolo Alterazione sonora e sensoriale in costante dialogo tra classico e contemporaneo, è un progetto originale di Simona Celi Zanetti che firma anche la drammaturgia e la regia. Affascinante e pieno di talento, Bellini muore da solo, nel pieno del suo successo internazionale, in circostanze mai chiarite e in quella zona d’età comune alle grandi rock star. Questo il cuore del soggetto in cui la musica di Bellini viene riproposta da Rodrigo D’Erasmo, grande violinista ed anima degli Afterhours, e da Mario Conte. A Nicola Rubertelli è affidata la scenografia. Dora Argento userà plastiche riciclate per i suoi costumi. A Franco Buzzanca la magia delle luci. Coreografie di Alessandra Scalambrino per Danza Taormina. Un cast di giovani e bravissimi attori con Luchino Giordana che darà anima e volto a Vincenzo Bellini (19 settembre, Messina, Teatro Vittorio Emanuele).
Vincenzo e la luna, per voce recitante, marionette e musica, è scritto e interpretato da Lina Maria Ugolini, musicologa, poetessa e contafiabe. Il lavoro nasce da un’idea poetica che diventa idea musicale, il rapporto di Bellini con la luna, una costante vagheggiata dagli spiriti romantici. Musicainsieme a Librino Ensemble è un’orchestra d’archi nata nel quartiere periferico di Catania, da un progetto di inclusione sociale che aderisce al metodo di didattica musicale del “Sistema” Abreu: per l’occasione sarà impegnata in trascrizioni per archi realizzate nell’Ottocento da Eugenio Cavallini e Pietro Tonassi, fino a quelle odierne di Valentina Caiolo. Sensazioni poetiche, gesti e visioni saranno affidate alla leggerezza dei fili delle marionette d’arte di Cartura (22 agosto Catania, Palazzo della Cultura).
Figura poliedrica di musicista e archeologo, direttore d’orchestra e intellettuale, Giuseppe Sinopoli, di cui ricorre quest’anno il ventesimo anniversario della prematura scomparsa, sarà al centro di un doppio tributo: il primo riguarda la presentazione del volume Il canto dell’anima. Vita e passioni di Giuseppe Sinopoli, scritto e curato da Gastón Fournier Facio (5 ottobre, Palazzo Biscari); il secondo è uno spettacolo composito, nato da un’idea di Antonino Rapisarda e realizzato su testi di Costanza DiQuattro per la regia di Giovanni Sinopoli: una Flânerie tra genio, mito e musica, intorno alla melodia belliniana e al magistero orchestrale di Wagner, punto di congiunzione con la drammaturgia post-espressionista di Sinopoli. Da qui un dialogo impossibile tra Bellini e Wagner, interpretati rispettivamente da Mario Incudine e Tullio Solenghi. L’Orchestra del Teatro Bellini sarà diretta da Guido Maria Guida, legato a Sinopoli da un lungo sodalizio. A far rivivere i personaggi di Norma, Elsa e Lou Salomé, l’unica opera composta dal maestro, sarà la vocalità sopranile di Ainhoa Arteta, qui affiancata dal baritono Franco Vassallo e dal basso Dario Russo (6 ottobre, Teatro Massimo Bellini).
Cinema – Dal 12 agosto al 31 ottobre alla Casa del cinema di Taormina sarà allestita la mostra Dolente immagine. Bellini al cinema a cura di Ninni Panzera: oltre settanta, rarissimi cimeli, dagli anni Trenta agli anni Cinquanta del Novecento, ricavati da film dedicati al Cigno etneo. Alla mostra è abbinata dal 4 al 23 settembre una retrospettiva di pellicole, dal muto ai film di Carmine Gallone, da Wernez Herzog ai nostri giorni.
Bellini@Verdi 1801•2021 – L’Università di Catania partecipa al Bellininfest attraverso il Dipartimento di Scienze Umanistiche in cui hanno sede la Fondazione Bellini e il Centro Studi Belliniani. L’ateneo contribuisce alla rassegna col progetto Bellini@Verdi1801•2021, coordinato dalle docenti di Musicologia Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara, organizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma. L’obiettivo è trattare il legame di continuità tra i due grandi compositori italiani alla luce del loro percorso formativo, delle rispettive drammaturgie e delle questioni filologiche poste dalla recezione delle loro opere nella lunga campata temporale tracciata dalla nascita di Bellini (1801) alla morte di Verdi (1901) e fino ai giorni nostri. Tali linee programmatiche si evincono dal fitto calendario di iniziative, a cui partecipano studiosi di fama internazionale, articolato in presentazioni di opere (Rigoletto e Norma), incontri scientifici e concerti.
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14 Luglio 2021, 08:13