14 Giugno 2019, 13:58
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Sul momento, nel pieno dello sforzo di chi lavora per raccontare ai siciliani le sedute dell’Ars, quel passaggio ci era sfuggito. Poi, ecco arrivare le prime segnalazioni al giornale, e le lamentele dello stesso presidente della Regione, ieri a Palazzo dei Normanni, nei confronti di chi scrive, davanti a tanti colleghi e addetti ai lavori: “Come puoi fare quel titolo?”.
Al presidente Musumeci non è piaciuto, ieri, un titolo di LiveSicilia. Un disappunto che sembra trovare posto, adesso, anche nel resoconto della seduta di ieri: “Certamente – ha detto il governatore – il dibattito si è svolto su una linea di responsabilità e di garbo, se si fa eccezione per la indecorosa offesa personale dell’onorevole De Luca – onorevole, solo perché deputato! Io credo che la politica debba avere il senso del limite. Non si può strappare un altrettanto vergognoso titolo di un blog, e mettere a repentaglio la credibilità di chi pronuncia certi apprezzamenti!”.
E così, tra il disappunto di fine seduta e il resoconto stenografico, tutto lascia pensare che il “blog” incriminato sia il nostro giornale. E che il titolo che ha scontentato il presidente sia quello col quale riportavamo il passaggio dell’intervento in Aula del deputato Cinquestelle De Luca, trasmesso a una sala stampa affollata e in diretta televisiva. Eccolo, quel titolo: De Luca (M5s): ‘Musumeci senza dignità’”. Un titolo che ovviamente sintetizzava – questo fanno i titoli, e il presidente della Regione, iscritto all’ordine dei giornalisti lo sa bene – l’intervento del deputato: “Non avevamo capito, Presidente, – ha detto De Luca, come riporta il resoconto stenografico – che lei la giacchetta se l’era venduta, insieme alla dignità, per quella poltrona!”.
E così, se quel “blog” è il nostro giornale, per avere solo riportato – come avremmo fatto, poi, per tutti gli altri deputati, compreso l’onorevole Musumeci – il contenuto di un intervento in Aula ci siamo beccati quel “vergognoso”. Immeritato e ingeneroso, a nostro parere. A meno che non si consideri una “vergogna” il normale esercizio del diritto di cronaca. A meno che un giornalista debba vergognarsi di avere raccontato ai lettori quanto accade in una seduta pubblica e aperta. A meno che non si pensi che una qualche forma di censura – assai diffusa in anni che siamo certi il governatore non rimpiangerà – si debba applicare a questo o a quel deputato, specie se sgradito al governo.
Del resto, dallo stesso “vergognoso” titolo era facile dedurre che quella frase era attribuita a chi l’ha pubblicamente espressa. Senza che il giornale volesse in qualche modo aderire a quel concetto. Il nostro pensiero lo avevamo già sintetizzato altrove, con un commento del nostro Salvo Toscano. E in quell’occasione abbiamo stigmatizzato i toni usati ieri.
Per questa e per tante altre ragioni, presidente, se quel “blog” è il nostro giornale – e le sue lamentele di ieri a margine della seduta lo confermano – sappia che non abbiamo nulla di cui vergognarci. Abbiamo esercitato e continueremo a esercitare il nostro diritto di raccontare, anche quando questo dovesse accendere la permalosità di chi rappresenta le istituzioni. Noi invece, presidente, forti dell’affetto dei nostri tanti lettori, preferiamo far finta di non cogliere la sua sottile denigrazione: il tentativo, cioè, di declassare a “blog” un giornale che da oltre dieci anni è tra i più letti in Sicilia.
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14 Giugno 2019, 13:58