22 Settembre 2022, 15:32
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PALERMO – Appena poco più di un mese fa lei era data in pole per la candidatura a Presidente della Regione e oggi Stefania Prestigiacomo è a capo del listino nel Collegio plurinominale per la Sicilia. Per lei sono due modi diversi per servire la Sicilia ma le urgenze a cui fare fronte non cambiano.
Quali sono le priorità per l’Isola?
“La nostra isola ha bisogno di infrastrutture e passione, cultura di governo e cultura tout court, di più lavoro vero e meno parassitismo, di ambiente migliore e pulito non di pseudo-ambientalismo ottuso che ci condanna ancora alle discariche. La Sicilia ha bisogno di scrollarsi di dosso l’abito della mafia, della contiguità, delle connivenze, della sottovalutazione del fenomeno, ma anche quello dell’antimafia come unico orizzonte politico. La lotta alla criminalità organizzata, la legalità devono essere precondizioni per avere cittadinanza politica e non solo in Sicilia. Poi ci vuole capacità di governare, idee, progettualità di sviluppo, visione del futuro”.
Le è dispiaciuto non potere intraprendere la sfida per Palazzo d’Orleans?
“Mi sarebbe piaciuto, ma la politica è fatta anche di queste cose; di veti e di trattative. Sono fortunata comunque: la sfida per il Senato è bella e di grande responsabilità. E poi la Sicilia mica scappa. Magari mi aspetta. C’è tempo”.
Sarebbe potuta essere la prima donna presidente ma ha ceduto il passo a Schifani. Quali sono le prime azioni che questi se eletto dovrebbe realizzare?
“Non mi permetto di dare consigli a Renato. Il Presidente Schifani ha grande esperienza istituzionale, conosce la nostra isola e i suoi problemi. Farà benissimo. Un solo suggerimento: coinvolga tante donne nei ruoli apicali della Regione”.
Parliamo di Ponte sullo Stretto. Tutti coloro che criticano l’idea oggi ricordano che esso fa parte del programma del centro destra dai suoi albori e che pure nei vostri numerosi anni di governo non si è arrivati mai a un punto di svolta. Perché questa volta dovrebbe essere un’opera realizzabile?
“Perché questa volta possiamo partire da dove avevamo lasciato nel 2011. Ogni volta che siamo stati al Governo abbiamo fatto un pezzo di lavoro per la realizzazione del ponte. Poi arrivava la sinistra e bloccava tutto dicendo che i problemi della Sicilia erano ben altri. I problemi sono rimasti, il ponte non s’è fatto. Eravamo arrivati al progetto quasi cantierabile, ricominciamo da lì. La politica deve essere in grado di proporre anche sogni realizzabili. Il ponte è una straordinaria opera d’ingegno che può cambiare tutto in Sicilia ed essere un’altra grandiosa eccellenza italiana. Per noi è fondamentale e tutti i siciliani lo vogliono”.
Lei è certamente sensibile alla vertenza Lukoil, quali soluzioni propone?
“La situazione è certamente delicata. Prima della crisi di Governo sono riuscita a far varare il “tavolo salva-Isab”. Bisogna riprendere il tavolo subito e in quella sede istituzionale verificare le soluzioni possibili, anche in considerazione degli sviluppi della situazione internazionale e dell’embargo dei prodotti petroliferi dalla Russia. Le soluzioni possibili esistono. Il centrodestra al Governo a Roma e a Palermo sarà in grado di sostenere quelle migliori che consentano di salvaguardare produzioni e posti di lavoro e, mi consenta di aggiungere, di non disperdere un grandissimo patrimonio di competenze e professionalità accumulato negli anni e che ha pochi eguali a livello internazionale”.
Un altro tema di particolare rilievo è quello ambientale a cui il territorio da cui lei proviene è particolarmente sensibile. Cosa deve essere realizzato per far crescere la tutela della salute dei cittadini nei pressi della aree industriali?
“Nel siracusano c’è il più grande polo petrolchimico d’Europa. Occorre mettere in campo, anche con i soldi del PNRR – che se non servono a questo non si capisce a cosa possano servire – un progetto organico di trasformazione delle aziende della zona industriale in chiave di sostenibilità ambientale. Si stratta di processi industriali non facili e che non si realizzano dall’oggi al domani, ma è l’unica via percorribile, ed oggi esistono le tecnologie adeguate, per sollevare il territorio – che va comunque bonificato – dall’incubo dell’inquinamento e mantenere il valore economico, la qualità produttiva e i livelli occupazionali nell’area. Nei prossimi anni il centrodestra al governo nazionale e regionale avrà competenze, volontà politica e risorse per avviare questo processo”.
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