11 Aprile 2015, 10:23
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ENNA – Due persone arrestate, tre poste ai domiciliari e una sesta sottoposta all’obbligo di dimora nel comune di residenza. Sono le decisioni, nell’ambito di un’inchiesta contro l’usura, del Gip di Enna che, accogliendo la richiesta del Pm Fabio Scavone, ha emesso un provvedimento cautelare eseguito da militari del comando provinciale della guardia di finanza.
Le vittime dell’attività di usura, caratterizzata da prestiti di breve termine con tassi che potevano raggiungere anche il 900%, erano soprattutto imprenditori e commercianti che versavano in gravi difficoltà finanziarie ed a rischio di insolvenza. Durante le perquisizioni investigatori delle Fiamme gialle hanno sequestrato 52.000 euro in contante e cambiali. Secondo l’accusa, l’organizzazione avrebbe avuto un giro di affari annuo stimato in 600.000 euro.
Le indagini era state avviate sulla circolazione di banconote false, di cui sono rimaste vittime i titolari di diversi esercizi commerciali in vari comuni dell’Ennese. Attraverso le indicazioni fornite dalle persone truffate e, con l’ausilio di alcuni fotogrammi tratti dalle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza, i militari della Tenenza di Nicosia, cui sono state affidate le indagini, sono riusciti a risalire all’identità degli autori del reato. Il pedinamento ed il monitoraggio dei sospettati, condotti anche attraverso intercettazioni telefoniche, hanno condotto gli investigatori ad un autosalone di Troina, struttura commerciale che costituiva l’attività di copertura degli affari illeciti.
In carcere sono finiti Giuseppe Sotera, 50 anni ed il nipote Domenico Sotera, 30 anni ritenuti dagli inquirenti gli organizzatori dell’organizzazione. Arresti domiciliari invece per Domenico Sotera, 25 anni, figlio di Giuseppe Sotera, Serafino Impellizzeri 45 anni e Salvatore Suraniti 28 anni. Per un sesto uomo, Salvatore Barbera, 46 anni, è stato disposto l’obbligo di dimora. Le indagini, coordinate dal pm Fabio Scavone, ed eseguite dalla tenenza di Nicosia sono partite lo scorso novembre dopo che in circolazione erano state messe una serie di banconote false da 5 euro, spese tra Troina e Capizzi. L’inchiesta ha poi svelato un giro di usura che aveva come vittime soprattutto commercianti, piccoli imprenditori, impiegati.
L’organizzazione faceva prestiti di poco conto, tra i mille ai 4 mila euro, con interessi che raggiungevano anche il 900 %. Per un prestito di 900 euro un uomo avrebbe pagato 220 euro di interessi in una settimana. Nessuna delle vittime ha denunciato la banda e solo dinanzi alle intercettazioni i commercianti hanno ammesso di avere ottenuto denaro in prestito. Gli indagati facevano acquisti con assegni, che poi erano scoperti, intestati ad una “testa di legno”, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti. Tra i tanti acquisti, quello più consistente, riguarda 7 macchine usate, comprate presso una concessionaria di Gela per un ammontare di 40 mila euro. Ma il gruppo ha acquistato, sempre con assegni poi risultati senza copertura, anche gioielli, ricambi per auto, materiali da ufficio in vari negozi dell’ennese.
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11 Aprile 2015, 10:23