“Maxi prestito da 100mila euro”| Ma i boss bloccarono tutto

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29 Gennaio 2017, 06:15

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PALERMO – Volevano mettersi in affari e avevano cercato la strada per ottenere un prestito. Solo che i capimafia di Bagheria se ne accorsero e stopparono l’iniziativa. Perché nulla doveva sfuggire al controllo di Cosa nostra.

Pasquale Di Salvo, ex poliziotto divenuto boss e infine pentito, racconta che “quando ho capito che con loro non avevo più sbocco, che già mi tenevano lontano e non comunicavano più niente, non mi chiamavano più, tramite Militello (Andrea Militello, anche lui finito in manette, ndr) mi avvicino a Drago (Salvatore Drago Ferrante, arrestato assieme a Di Salvo, ndr), Drago mi fa dice siccome dovevano aprire una grossa pescheria e un grosso deposito di pesce ad Aspra e mancavano i fondi, Drago mi fa a me dice Pasquale facciamo una cosa, ci vai tu a nome mio, che è un carissimo amico mio”.

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Il prestito speravano di ottenerlo dal proprietario di un supermercato: “… gli dici che mi servono 100.000 euro”. Solo che alla fine “è intervenuto Nicola Testa (accusato di avere diretto la cosca di Bagheria, ndr), mandandomi a chiamare e incazzato nero proprio… con gli occhi usciti di fuori, mi fa dice vedi che qua ci sono persone che ce li hanno così e tu dice che sei adesso arrivato vorresti fare e vorresti dire, ci dissi ascolta, io non sto facendo niente, io sono andato a chiedere solo un prestito con una restituzione, tu da queste persone non ci devi andare, perché queste persone già sono in regola qua e in regola a Palermo”.

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29 Gennaio 2017, 06:15

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