03 Marzo 2019, 22:01
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Nicola Zingaretti ha vinto e sarà lui il nuovo segretario del Pd, grazie a un successo netto che è stato preceduto da una grande partecipazione ai gazebo, con lunghe code ovunque e dai messaggi di congratulazioni degli avversari Maurizio Martina, Roberto Giachetti e dello stesso Matteo Renzi. Gli toccherà gestire una difficile fase di transizione in un Partito Democratico diviso con ancora una robusta connotazione renziana che l’anti-renziano condottiero dovrà fronteggiare. Una faida che proprio in Sicilia ha toccato picchi roventi di asprezza.
“Sono preoccupato per quanto sta avvenendo in Sicilia in particolare a Palermo ed Enna, circa le primarie di domenica. Decine di seggi cancellati, composizione degli stessi non concordata con le mozioni. Così viene meno la possibilità di garantire un’alta partecipazione al voto e si rischia soprattutto di non poter garantire la trasparenza e la correttezza del voto. Ho chiesto l’immediata convocazione della commissione nazionale per cercare di evitare che la regolarità delle primarie sia compromessa”, questa, appena qualche giorno fa, era la nota di Marco Miccoli, rappresentante della mozione Zingaretti in Commissione Nazionale per il Congresso.
E questa la dichiarazione di Fabio Teresi, capolista di Martina nel collegio di Palermo: “Da settimane siamo soggetti agli insulti della vecchia guardia che, evidentemente, non accetta il rinnovamento del Pd ed utilizza vicende organizzative, legate ai gazebo, per alimentare faide interne che gli elettori non sopportano più. Continuino pure a polemizzare non avendo, evidentemente, argomenti politici su cui dibattere, noi continueremo a lavorare per costruire un’alternativa alla peggiore destra mai vista nella storia democratica del Paese”.
Un clima per niente costruttivo, per niente pacificato che sarà complicato ridurre a unità. Anche in Sicilia, perdono i renziani e vincono, di riflesso, gli uomini del neo-segretario, una consistente fetta storica del partito che vede tra le sue fila Antonello Cracolici, Teresa Piccione, Bruno Marziano, Anthony Barbagallo e Mirello Crisafulli, solo per fare qualche nome.
Tra gli sconfitti il segretario regionale dei Dem, il renziano Davide Faraone. Proprio a lui e alla sua nomina il segretario non ancora segretario, parlando a Catania, aveva indirizzato un riferimento preciso: “Io credo che tutti sanno che quello che è accaduto in Sicilia in qualche modo è un vulnus che divide. Quindi in un modo o nell’altro bisognerà tornare ad una riapertura di un dibattito e ristabilire i processi democratici di selezione della classe politica. Su questo non c’è dubbio”.
La replica dell’interessato non si era fatta attendere: “Da una vita combattiamo contro i notabili delle tessere siciliane che chiedono al papà romano di turno di sculacciare l’insubordinato Faraone in Sicilia. Sapete quanti emissari, grigi burocrati hanno fatto venir giù per dirci, “questo non potere farlo”, “questo non potete dirlo”… Gente che sconosce il Sud, la Sicilia, che magari si è fatto qui solo una vacanza, che viene in astronave, ci fa la lezioncina e poi torna nella sua comoda poltrona romana. Abbiamo sempre deciso di andare avanti senza di loro, spesso scontrandoci. Non cambierò certo a 43 anni”.
Faraone, nei giorni scorsi, aveva rilasciato dichiarazioni che trasudavano ottimismo: “Vedo implodere il Movimento 5 Stelle, più si snatura più implode. Noi siamo l’alternativa a Salvini, alla Lega che è il vero pericolo per il Mezzogiorno. I cittadini ci chiedono di costruire l’alternativa”. Ora bisognerà vedere per chi suonerà la campana della rottamazione.
I commenti al voto
“Grazie ai 1500 volontari del Pd Sicilia, grazie a tutti i siciliani che hanno dato fiducia al Pd in questa straordinaria giornata. Buon lavoro al segretario Nicola Zingaretti, grazie Maurizio Martina e Roberto Giachetti per la bella sfida. E ora si parte!”. Così su Twitter il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone.
“Auguri al nuovo segretario nazionale del Partito democratico che sono certo rilancerà il partito nel segno dell’unità soprattutto grazie ai tantissimi cittadini che sono stati anche ore in coda ai gazebo e che dimostrano che siamo l’unica alternativa alle destre. In Sicilia l’affluenza poi è stata straordinaria. Una grande partecipazione ma soprattutto un grande entusiasmo sono uno stimolo in più per costruire una vera alternativa anche in Sicilia alla Lega e ai 5 stelle. Questa è vera democrazia, non la piattaforma Rousseau. La grande affluenza riaccende la speranza in ognuno di noi per un Paese di nuovo normale che chiede diritti e non qualunquismo. Grazie a tutte le democratiche e a tutti i democratici”. Così il deputato regionale del Partito Democratico, Luca Sammartino, commenta i risultati delle primarie nazionali in Sicilia.
“Finale primarie pd Palermo città Martina 1073 ( 14,2 %) Zingaretti 5617 (74,6%) Giachetti 863 ( 11,4 %) Un grande successo per il cambiamento del PD”. Lo scrive su Facebook Antonello Cracolici.
“La campana ha suonato. Faraone e i suoi traggano le conseguenze di una sconfitta che riguarda senz’altro la linea politica, ma anche metodi usati e scelte arroganti fatte in questi ultimi mesi e sino l’altro giorno, con la nomina del segretario provinciale. Se si vuole ricostruire l’unità del partito, si dimettano – immediatamente! – per ristabilire i processi democratici di rappresentanza in Sicilia. Lo facciano con atto di responsabilità, prima di essere azzerati d’ufficio”. Lo ha detto Franco Ribaudo.
“Ho votato Zingaretti e sono molto contento per il risultato raggiunto. Sono convinto che con Zingaretti riparta un progetto plurale finalizzato alla rinascita del Paese, dove finalmente i cittadini possano essere i veri protagonisti del Cambiamento. Auguri Segretario”. Il messaggio dell’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta.
“Ieri abbiamo posto le basi per un rilancio vero e concreto del Pd e di un’alternativa a questo governo. Ho sostenuto con convinzione Zingaretti insieme a tanti amici proprio per la sua capacità di costruire una squadra e di lavorare con le migliori risorse del nostro partito, una su tutti Paolo Gentiloni”. Lo afferma, commentando l’esito delle primarie del Pd, il presidente nazionale dei Liberal del partito Enzo Bianco.
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