08 Ottobre 2011, 13:21
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Il partito democratico in Sicilia ha combinato un pasticcio e se non farà un passo indietro per tempo, il “beneficiario finale” sarà solo Leoluca Orlando. Ne è convinto il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, oggi a Palermo in occasione dell’inaugurazione della nuova sede regionale del partito. Nella sua seconda visita in Sicilia in veste di massimo vertice del partito, Alfano ha scelto la compagnia della siciliana ministra per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Accompagnati dal presidente dell’Ars Francesco Cascio, dai coordinatori regionali, provinciali e cittadini del Pdl e dai deputati berlusconiani eletti nell’Isola, i due questa mattina hanno tagliato il nastro della nuova sede regionale del partito.
Unico assente, rimasto lungo le scale e impossibilitato dalla calca ad accedere al nuovo quartier generale pidiellino, è stato il primo cittadino del capoluogo, Diego Cammarata, a cui Alfano ha ricambiato il saluto a margine dell’inaugurazione, uscendo dal palazzo. “Oggi con l’inaugurazione di questa sede – ha detto Alfano – il Pdl segna un rilancio della nostra azione di governo. La politica si nutre anche di simboli, e anche per questo abbiamo raddoppiato la grandezza della sede regionale del partito a Palermo, per dare il segno di un partito che si rilancia in Sicilia e in tutto il territorio. Il Pdl adesso deve superare la sindrome dello sconfittismo. Qui abbiamo sempre riscosso grandi risultati e lo faremo anche alle prossime elezioni”.
Alfano ha riconfermato l’impegno del suo partito sul fronte delle primarie, precisando poi ad alcuni giornalisti durante la pausa pranzo, che proporrà le consultazioni di coalizione e non interne al partito. Di una cosa il segretario è certo: “il prossimo candidato alla Regione sarà indicato con le primarie. Non abbiamo ancora nome per il Pdl alla Regione – ha detto Alfano – perché abbiamo scelto l’indicazione dal basso del candidato alle comunali, alle provinciali e alle regionali. Saranno i nostri militanti a scegliere. Ad ogni modo, guardando alle prossime elezioni ci aspettiamo grandi risultati”.
A proposito di coalizioni e alleanze politiche, il segretario nazionale dei berlusconiani ha affrontato anche lo spinoso tema della rottura con l’Udc di Casini, precisando di non avere mai interrotto il dialogo con nessuno, “ma non deve essere – ha commentato – un bla-bla reciproco”. Il progetto da proporre a Casini resta in piedi: “unire i moderati italiani sotto la bandiera del Ppe. Ciò che in Europa è unito, in Italia non può essere diviso da una congiuntura che crea problemi”.
Poi uno sguardo alla politica regionale: “Nei confronti del governo Lombardo noi fin qui non siamo stati teneri perché abbiamo fatto tutto ciò che era possibile nei confronti della vicenda più grave che possa accadere in democrazia, ovvero che chi vince va all’opposizione e chi perde al governo”.
Nelle sue parole, Alfano non ha risparmiato nessuno, soprattutto il Partito democratico, che secondo il segretario “ha capito di essersi cacciato in un pasticcio sostenendo il governatore. Lombardo prima ha spaccato il Pdl in Sicilia e ora prova a fare lo stesso con i democratici. Se riuscirà ad accorgersene in tempo, il Pd eviterà il disastro, altrimenti, i cocci si romperanno e il beneficiario finale della sinistra che starà lì, pronto a raccoglierli, si chiama Leoluca Orlando”.
A proposito dell’azione di governo portata avanti in questi mesi in Sicilia, Alfano ha continuato l’affondo: ”Il Pd è incapace di decidere anche in casa propria: è bastato osservare ciò che è accaduto con le elezioni del presidente dell’Anci e di Sergio Mattarella a giudice costituzionale. È chiaro che chi non sa decidere in casa propria – ha aggiunto – non può farlo per il Paese”.
Poi è stata la volta di Stefania Prestigiacomo, che non ha escluso l’ipotesi di una candidatura alle prossime regionali: “Sto svolgendo con grande senso di responsabilità il mio compito – ha detto – Ho scelto la politica nazionale e credo di voler continuare a far questo. Saranno poi i miei amici di partito ed elettori a decidere quale sarà il mio ruolo”.
Sugli scenari politici regionali, il ministro per l’Ambiente ha aggiunto: “La Sicilia soffre più di altre regioni, a causa dell’immobilismo del governo Lombardo che rappresenta l’opposto di quello che è il nostro modo di fare politica. Il governo siciliano ha rubato i voti ai suoi elettori per praticare un ribaltone all’insegna del galleggiamento, con un presidente che ha avuto il solo obiettivo di spaccare centrodestra e centrosinistra per i suoi fini elettorali”.
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08 Ottobre 2011, 13:21