12 Maggio 2012, 21:35
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Una stretta di mano, anzi due. Tra Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli sembrano scomparsi i dissapori. Quelli, per intenderci, che avevano portato l’uno a dare del “cialtrone” all’altro – poi richiamato dal Pd ad abbassare i toni – e il secondo a rifiutare ogni confronto con il primo, anche se “non potevo mancare all’invito di Addiopizzo”. È stata proprio l’associazione anti-racket palermitana, infatti, a chiedere che i due si incontrassero, con il Giardino Inglese a fare da cornice, per rispondere alle domande dei giornalisti – Sara Scarafia di Repubblica, Giancarlo Macaluso del Giornale di Sicilia e Roberto Puglisi di Live Sicilia – e, poste da Ugo Forello, anche alle questioni della stessa AddioPizzo “e dei palermitani”.
La prima stretta di mano, quasi formale, i due se la scambiano appena arrivati. Il vincitore delle primarie si avvicina all’ex sindaco arrivato pochi istanti prima, per allontanarsi subito e prendere posto. Si accendono i microfoni ed ecco subito trattati i temi della mobilità, del traffico, delle periferie. Ferrandelli parla della sua Ubuntu, l’associazione che gestisce una scuola per bambini immigrati, mentre Orlando alza la voce per sovrastare gli applausi: “I bambini, i disabili, gli immigrati: non esistono perché non votano”.
Sulla “casta” invita al confronto dei due candidati Giancarlo Macaluso. Entrambi d’accordo sull’anagrafe pubblica, definita “un esempio di civiltà” da Ferrandelli, in quanto è fondamentale sapere “quante volte vai in consiglio, alle sedute di commissione e come voti gli atti deliberativi”. “In grado di attuarla immediatamente – secondo il candidato di Bersani e Vendola – sarà la Sispi, la partecipata del comune di Palermo che si occupa dei sistemi informativi”. E ancora, “il bilancio partecipativo” e la “diretta televisiva delle sedute”: “Cosa farebbe Palermo se sapesse come si comportano i propri consiglieri comunali?” chiede Ferrandelli al pubblico che lo applaude.
Ed è sulla rete che anche Orlando punta per far conoscere “tutte le attività” dei consiglieri. Sarebbe la delega al personale del comune a permettere a al candidato Idv di far sì che possa essere imposto “l’obbligo di verbalizzare l’entrata e l’uscita dei consiglieri dalle singole commissioni” .
È di Orlando l’idea di una “Authority per la Legalità”, di cui, secondo il candidato del partito di Di Pietro, dovranno essere responsabili gli stessi membri di AddioPizzo. Secondo Ferrandelli, invece, deve cambiare l’atteggiamento di Palermo, dove sull’antimafia, ormai, vige la “politica dei comunicati stampa e delle passerelle”. E se tutti e due concordano sull’esenzione delle tasse per chi denuncia i propri estorsori, per il giovane candidato “il comune deve costituirsi parte civile nei processi di mafia”, mentre, secondo il parlamentare, “il patrimonio immobiliare del comune potrebbe essere messo a disposizione di chi chiede un prestito” perché “le banche ufficiali sono l’anticamera dell’usura”.
“Per fortuna stasera si stanno comportando meglio di voi” scherza a un certo punto Forello, con un pubblico che non risparmia applausi e grida per quello o quell’altro candidato; per due volte, inoltre, il dibattito è stato interrotto dagli accenni di un malore tra il pubblico.
È la domanda di Roberto Puglisi, sulla speranza di un centrosinistra unito ad infuocare gli animi, anche quelli dei candidati a confronto. Di fronte alle sventure dell’elettore di sinistra al quale sembra che venga chiesto “a chi vuoi più bene a mamma o a papà?”, i due ridono quasi a sciogliere la tensione. Ma quando Fabrizio Ferrandelli risponde alla domanda – “Potrete essere mai a fianco per il bene di Palermo?” – non può fare a meno di guardarsi indietro: “Io non mi sono apparentato con nessuna delle forze che hanno distrutto questa città. Io rispetto i patti” dice il vincitore delle primarie. Primarie considerate inquinate dall’allora sostenitore della candidatura di Rita Borsellino e sulle quali oggi l’aspirante sindaco Leoluca Orlando non ha cambiato idea: “Sapete come la penso” dice. “E’ normale che per salvare Palermo da questa situazione mi affiderò a chi mi è più vicino. Palermo potrà essere salvata solo da una larga maggioranza. Palermo deve scrivere una nuova pagina di storia dove non esistono più le facce di Lombardo e Cammarata”, conclude l’ex sindaco.
Poco prima, infatti, Ferrandelli aveva aggiunto: “Se non ci fossimo divisi avremmo potuto vincere al primo turno senza avere questi dilemmi. Ma qualsiasi sarà la mia posizione dopo le elezioni io mi rapporterò con Idv, i Verdi, Rifondazione per governare finalmente questa città”. E alle parole ecco seguire l’azione. Ferrandelli si alza per e stringere la mano di Orlando. I due sorridono, ma mentre volano i flash un fotografo li prega: “Più stretti, più stretti”.
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12 Maggio 2012, 21:35