12 Giugno 2009, 17:24
1 min di lettura
La corte d’Appello di Palermo, nel processo a Marcello Dell’Utri, ha rigettato la richiesa di acquisire le intercettazioni di due diverse indagini (“Dioniso” a Caltanissetta ed “Eos” a Palermo) in cui gli indagati fanno riferimento al senatore del Pdl. Per il presidente Claudio Dell’Acqua, il pg avrebbe dovuto depositare bobine e i verbali della polizia giudiziaria, prima di avanzare la richiesta. L’accusa, sostenuta da Antonino Gatto, si è riservata di farlo entro la prossima udienza fissata per il prossimo 19 giugno.
Nell’indagine Eos, che ha portato all’arresto di oltre venti persone, l’indiziato di mafia Letterio Ruvolo espone un ordine perentorio al coindagato Antonino Caruso: “Io quello che ti voglio dire pure a te, il nome di là non lo dobbiamo nominare”; “Quale e’?” chiede Caruso; “Dell’Utri… capisti? completamente non deve esistere, non deve esistere Nì”. Nella stessa inchiesta sono stati coinvolti l’ex assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro, indagato per voto di scambio, e l’ex capogruppo all’Ars dell’Udc, Nino Dina, per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’altra indagine a cui fanno riferimento le intercettazioni è quella sfociata nell’operazione “Dioniso” in cui Alfio Mirabile e Francesco La Rocca, presunti affiliati alla cosca nissena, parlando del progetto di realizzazione di un parco telematico a Regalbuto, sostenevano come era Dell’Utri a decidere a chi andavano assegnati gli appalti.
Pubblicato il
12 Giugno 2009, 17:24