28 Febbraio 2017, 12:46
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CATANIA. Si è concluso con 8 condanne e 2 assoluzioni il processo con rito abbreviato alla cosiddetta banda dell’escavatore, accusata di aver portato a segno nel 2015 svariati colpi ai danni di uffici postali, supermercati e stazioni di carburante della provincia di Catania. Contestati a vario titolo l’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerosi delitti contro il patrimonio e svariati furti aggravati. Condanne comunque più lievi rispetto a quelle chieste dall’accusa. La pena più alta, 5 anni e 4 mesi, è per il 35enne di Acireale Mario Cantarella. Quattro mesi in più rispetto al 47enne Giovanni Costanzo, anch’egli di Acireale, condannato a 5 anni, e ritenuto il capo promotore dell’organizzazione. 4 anni e 2 mesi, 4 anni ed 1 mese e 4 anni, invece, le pene rispettivamente per gli acesi Sebastiano Leonardi, di 40 anni, Fabio Longo, di 41 anni, e Rosario Fichera, di 48 anni. Condannato a 3 anni e 4 mesi il 42enne di Acireale Camillo Costanzo. Infine, inflitti 3 anni a Gianluca Alfio Cosentino, 40enne di Pedara, e a Francesco Rapisarda, più noto come Ciccio Ninfa, 41enne di Giarre.
Il gup Alessandro Ricciardolo ha assolto per non aver commesso il fatto il 22enne di Mascali Orazio Mangano, difeso da Giuseppe Musumeci, e il 63enne di Acireale Sebastiano Granata, assistito da Fabrizio Seminara. Ad entrambi era contestato un unico capo di imputazione. Mangano era accusato di aver preso parte al furto dell’autocarro poi utilizzato per trasportare la cassa continua divelta, la notte tra il 26 ed il 27 aprile del 2015, alla stazione di servizio Sp, nelle immediate vicinanze dello svincolo autostradale di Giarre. Granata, invece, di aver partecipato proprio a quel furto con spaccata.
Soddisfatti per le due assoluzioni i legali Musemeci e Seminara. “Premettendo che non è possibile articolare un commento sul dispositivo, in attesa delle motivazioni della sentenza – dichiara a LiveSiciliaCatania Giuseppe Musumeci – la decisione del gip, in relazione alla posizione del Mangano, induce a ipotizzare l’accoglimento delle tesi difensive a seguito di un attento ed approfondito esame delle prove e degli elementi indiziari che, nel processo, potrebbero essersi posti in logica concordanza – conclude – con quanto emerso nel giudizio cautelare, conclusosi positivamente nei confronti dell’imputato”.
L’INCHIESTA. È il 5 maggio del 2016 quando scatta l’operazione denominata Caterpillar. Gli agenti del Commissariato di Polizia di Acireale sgominano un commando dedito a numerosi furti con spaccata. Segni particolari: l’uso di escavatori per scardinare dalle pareti le casse continue. Il gip di Catania Flavia Panzano, su richiesta del sostituto procuratore Alessandra Tasciotti, emette 11 ordinanze di custodia cautelare, 6 in carcere e 5 ai domiciliari. I provvedimenti vengono eseguiti tra Acireale, Giarre e Mascali. Sarebbero cinque i furti con spaccata e quelli tentati commessi, secondo l’accusa, tra l’aprile ed il giungo del 2015: al rifornimento di carburante Sp di Giarre, al supermercato A&O di Aci Catena, alla stazione di servizio Eni di Belpasso, al rifornimento Esso di Mineo e all’Ufficio Postale della frazione acese di Lavinaio.
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28 Febbraio 2017, 12:46