Cronaca

Il processo d’appello sulla morte di Valentina: è battaglia di perizie

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29 Settembre 2024, 05:01

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CATANIA – Eccezioni e perizie. Si gioca su questo il processo d’appello sulla morte di Valentina Milluzzo, la 32enne che perse la vita il 16 ottobre 2016 al Cannizzaro di Catania. Valentina morì dopo aver perso, alla diciannovesima settimana di gravidanza, i due gemellini che portava in grembo.

Riflettori puntati sulla Corte d’appello, dove domani i giudici si dovranno pronunciare sulle ultime eccezioni, dopo che lunedì scorso è stato sentito il perito della Corte. Poi si potrebbe passare alla requisitoria, per far sì che l’istruttoria d’appello possa chiudersi.

Il verdetto impugnato

La sentenza di primo grado, si ricorda, ha assolto tre medici, tra cui il primario. Una condanna a sei mesi, come detto, ha invece riguardato altri quattro medici, ovvero Silvana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro e Vincenzo Filippello. Ma il verdetto è stato impugnato dai difensori.

Gli imputati, che erano “in servizio nel reparto e in sala parto”, si sarebbero avvicendati nei turni di guardia tra il 15 e il 16 ottobre di otto anni fa. I giudici hanno detto di no all’ammissione di un nuovo testimone e all’acquisizione di nuovi documenti.

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L’accusa

Secondo l’accusa, “in concorso e cooperazione” colposa “tra loro”, avrebbero provocato la morte di Valentina, che era stata ricoverata per minaccia di aborto in gravidanza gemellare bicoriale.  La Procura ha contestato ai medici l’omicidio colposo per “imprudenza, negligenza e imperizia”.

Una colpa che sarebbe consistita, tecnicamente, “nella mancata attuazione di una terapia antibiotica adeguata”, “mancato tempestivo riconoscimento della sepsi in atto”, “mancata raccolta di campioni per esami microbiologici”, “mancata tempestiva rimozione della fonte dell’infezione: i feti e le placente” e la “mancata somministrazione di emazie durante l’intervento”.

Uno “shock settico irreversibile”

Questo, secondo l’accusa, avrebbe “determinato il trasmodare della sepsi in shock settico irreversibile con conseguente insufficienza multiorgano e coagulazione intravascolare disseminata”. La morte di Valentina, che aveva solo 32 anni, sarebbe dovuta a questo.

Il tribunale in primo grado, si ricorda, ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 30 mila euro alla sorella della vittima, che si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Salvatore Catania Milluzzo. La parte civile, ovviamente, è presente anche in appello.

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29 Settembre 2024, 05:01

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