CATANIA – “Presidente, un ente locale non muore di infarto. Un ente locale arriva allo stato di dissesto piano piano. Non è mai un fatto immediato”. Lo ha spiegato in aula il professore Carmine Cossiga, esperto della Corte dei Conti, consulente dell’ex avvocato del Comune Marco Petino, uno dei 28 imputati del processo per il presunto buco di bilancio del Comune. Vicende che si sarebbero trascinate fino a una decina di anni fa. Il testimone ha risposto a lungo alle domande del difensore di Petino, che ha puntato su una ricostruzione tecnica di altissima levatura per illustrare le ragioni a discolpa.
Il professore Cossiga ha ricostruito la normativa degli enti locali. In particolare circa quanto avvenuto dal 2011 in poi, ha spiegato che dal 2013 – per via dell’evoluzione normativa – molti Comuni hanno iniziato ad andare in affanno. E ha fornito anche alcuni esempi per spiegare che un dissesto dipende dalle azioni che si compiono e non è mai un evento improvviso.
Gli imputati e le accuse
Tra i 28 imputati, si ricorda, figurano funzionari, revisori e vari esponenti istituzionali del tempo che hanno amministrato l’ente tra il 2013 e il 2018. Il processo si celebra dinanzi al tribunale, presieduto da Alessandro Ricciardolo. L’accusa è sostenuta dal Pm Fabio Saponara. Gli imputati sono accusati a vario titolo di falso ideologico.
Ex sindaco, alcuni assessori e revisori dei conti in carica all’epoca delle contestazioni, tra l’altro, avrebbero “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata”. Lo avrebbero fatto anche se “consapevoli della sovrastima”. E inoltre avrebbero “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”.
Le questioni contabili
In estrema sintesi il consulente, rispondendo all’avvocato Paolo Saladdino, ha esplorato le questioni contabili sollevate dalla Procura. Si è soffermato in particolare su un’analisi delle entrate del Comune di Catania. Il teste ha confermato che esistevano delle difficoltà nella documentazione inizialmente prodotta dal Comune, ma una successiva nota, di febbraio 2016, avrebbe confermato il diritto del Comune.
Ha poi approfondito il tema dei pignoramenti al Comune. E ha sottolineato che le somme non riscosse dovevano essere trattate separatamente come partite di spesa, senza compromettere l’integrità del bilancio comunale. Questo aspetto, secondo Cossiga, è in linea con il principio contabile dell’integrità di bilancio, che stabilisce che le entrate devono essere accertate e registrate al lordo, senza compensazione con eventuali pignoramenti.
La prossima udienza a gennaio
La sua testimonianza ha offerto un quadro tecnico importante. Il professore ha risposto anche al pm Saponara e al presidente. Ora in aula rimangono da sentire gli ultimi consulenti, tra cui quelle della difesa dell’ex sindaco Enzo Bianco. Saranno proprio loro a deporre alla prossima udienza. Si tornerà in aula il 16 gennaio.

