20 Novembre 2023, 14:53
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CALTANISSETTA – “Personalmente non conosco Antonello Montante ma lui era un cliente del nostro torronificio, quando c’era ancora mio padre. Veniva ad acquistare da noi”. È il racconto di Giuliana Geraci, dal 2008 legale rappresentante del torronificio Geraci Snc, sentita come teste e parte civile nel corso dell’udienza del maxi processo sul “Sistema Montante”.
“Il nostro torronificio esiste dal 1870 era intestato al mio bisnonno. Io e mia sorella siamo socie e proprietarie. I rapporti tra Antonello Montante e mio padre erano da cliente a fornitore, poi ci fu una lite aspra di cui però non conosco il motivo, e i rapporti si interruppero. Quello che so è che ci fu un problema di pagamenti finito con un assegno strappato o gettato in faccia – ha rivelato teste durante l’interrogatorio -. Al torronificio iniziarono diversi controlli da parte dell’Asp e dei Nas. Poi abbiamo avuto dei controlli particolari sui materiali che venivano a contatto con gli alimenti. Vennero anche tre persone del servizio antifrode che per una mattinata hanno insistito perché volevano la ricetta del torrone, questo avvenne in un periodo tra il 2013 e il 2015. Ci dissero che avevamo obbligo di fare un ricettario e metterlo sul computer e che sarebbero tornati dopo una settimana a verificare ma non sono mai tornati. La ricetta non l’ho mai data. Da quando abbiamo costituito la Snc abbiamo sempre avuto i controlli”.
“Fino alla morte di mio padre, nel 2008, i controlli c’erano, ma con una frequenza normale, una volta all’anno, poi cominciarono a verificarsi una volta al mese. Siamo un’azienda alimentare il fatto che ci siano i controlli è normale ma qualcuno non sembrava obiettivo o sereno. Un giorno i carabinieri ci hanno fatto un verbale perché i muri non erano perfettamente intonacati. Normalmente quando ci sono le mura non intonacate non ti fanno la multa subito, ti danno 60 giorni per provvedere e poi eventualmente viene fatta la multa. In quella occasione ero con mio cugino Luca Luzio e gli avevamo chiesto chi ci avesse segnalati e ci dissero che era un’azienda concorrente. L’antico torronificio nisseno si è costituito nel 2006. Ci arrivò un opuscolo su questo nuovo torronificio dove era contenuta una citazione di Cammileri. Mio padre capì che il nuovo torronificio era di proprietà di Montante perché ne faceva parte colui che veniva a ritirare i torroni quando ancora Montante era un nostro cliente”.
Geraci ha raccontato anche che due dipendenti del suo torronificio andarono a lavorare in quello che, a quanto pare, era un nuovo torronificio di proprietà dell’ex leader di Confindustria Antonello Montante. “Davide Scancarello – spiega Geraci all’interrogatorio sul sistema Montante – era un nostro dipendente che poi se ne andò all’antico Torronificio Nisseno e poi aprì un proprio torronificio, ‘Tentazioni e Sapori’. Qualche tempo dopo mi disse che mi voleva incontrare e mi disse che era dispiaciuto per quanto successo e che si era fatto abbindolare da Montante. Mi disse che avrebbe voluto riprendere a lavorare da noi però per me era fuori discussione e non mi interessava più. Scancarello appariva molto spaventato, disse che aveva paura di parlare al telefono e che Montante ‘aveva braccia ovunque’. Quanto a Davide Marchese è stato un nostro dipendente dai primi del ’90 al 2017. C’è stato un periodo tra il 2004 e il 2005, in cui dalla seconda delle nostre porte, che è l’ingresso dei dipendenti, mio padre aveva visto delle persone appostate. Davide Marchese gli disse che quelli erano due poliziotti che stavano cercando di convincerli ad andare a lavorare nel nuovo torronificio che si sarebbe costituito, che li avrebbero pagati di più e che per loro sarebbe stato più vantaggioso. Ad un certo punto, nel 2006, Scancarello si licenzia – ha continuato la teste – dicendo che andava a lavorare con il padre che avrebbe aperto un negozio di elettrodomestici, invece poi quando aprì l’antico torronificio nisseno andò a lavorare lì. Poi divenne amministratore, non ricordo se da subito o dall’anno successivo”.
Geraci ha raccontato un episodio a suo dire inquietante di quel periodo: “Una mattina sono arrivata in negozio e la porta di ingresso era aperta. Senza nemmeno entrare chiamo la polizia. Non c’era nessuno dentro e non avevano preso nulla. Il poliziotto della scientifica mi disse che probabilmente era stato un tossicodipendente, ma non furono neanche toccate le bottiglie, nulla”.
“Uscì un bando della Regione Sicilia – ha raccontato ancora la teste – per partecipare come sponsor all’Expo. Fummo ammessi ma una serie di difficoltà di partecipazione ci hanno fatto desistere. L’antico torronificio nisseno partecipò all’Expo su invito della Camera di Commercio. Ci fu un evento – ha continuato Giuliana Geraci – all’hotel San Michele organizzato dall’assessorato alle Attività Produttive per dare possibilità alle aziende dell’agroalimentare di incontrare dei buyers. Questo evento prevedeva una selezione di 30 aziende che avrebbero avuto una serie di benefici. Una settimana dopo ci è stato comunicato che non eravamo stati ammessi tra le 30 aziende selezionate. E in quell’occasione chiesi i criteri di selezione ma non ho mai ricevuto risposte”.
Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’avvocato Enrico Sanseverino, legale di Linda Vancheri: “Risulta attribuita alla teste Giuliana Geraci l’esclusione del Torronificio M.Geraci da un asserito bando della Regione Siciliana si intende precisare che la teste ha semplicemente riferito che la propria Azienda sarebbe stata esclusa dalla mera partecipazione ad un incontro con dei buyers che avrebbe dovuto svolgersi a Caltanissetta ed a Catania e non ad un bando regionale, non ricordando, peraltro, se tale incontro fosse stato organizzato dall’Assessorato Regionale alle Attività Produttive (del quale era Assessore, all’epoca, la Dott.ssa Linda Vancheri) o da una Società alla quale l’Assessorato aveva delegato l’organizzazione. La Dott.ssa Geraci ha altresì precisato che l’Azienda Torronificio M. Geraci ebbe l’opportunità di partecipare a quegli incontri grazie alla iscrizione ad una piattaforma messa a disposizione di tutte le Aziende in precedenza escluse dalla Società organizzatrice”
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