Processo Open Arms, Salvini presente all'udienza al bunker di Palermo -

Processo Open Arms, Salvini presente all’udienza al bunker di Palermo

Il comandante del sommergibile: "Osservammo senza intervenire"
AULA BUNKER
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PALERMO – Il ministro Matteo Salvini è nell’aula bunker dell’Ucciardione, a Palermo, per l’udienza del processo Open Arms, dove è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito quando era ministro dell’Interno lo sbarco dei migranti che si trovavano nell’imbarcazione spagnola.

Camps: “Da questo processo mi aspetto giustizia”

Il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, sarà sentito oggi come testimone. “Da questo processo mi aspetto una sola cosa giustizia ma non sono certo che si arriverà alla verità”, ha dichiarato Camps ai giornalisti appena arrivato in aula bunker dell’Ucciardone. “Mi aspetto anche che finisca una volta per tutte questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendo – ha proseguito Camps – . Dal 2018 è cambiata la politica in Italia ma anche l’atteggiamento della guardia costiera. Gli sbarchi umanitari delle ong sembra siano diventati il grande nemico dell’Italia e sembra che noi siamo diventati i responsabili di tutti i problemi del Paese”.

Il comandante del sommergibile: “Osservammo senza intervenire”


Per quasi 17 ore il sommergibile “Venuti” della Marina militare ha avvistato e tenuto sotto osservazione senza intervenire la nave ong Open Arms che l’1 agosto 2019 salvò nel Mediterraneo 147 migranti e attese 15 giorni prima di attraccare a Lampedusa. Lo ha detto il comandante del sommergibile, il capitano di corvetta Stefano Oliva, che ha deposto nel processo a carico di Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, oggi presente in aula, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

Esposto contro l’equipaggio per mancato soccorso

Il “Venuti” in servizio di pattugliamento non intervenne ma riprese con il periscopio e il sonar una delle operazioni di soccorso e di trasbordo da parte dell’Open Arms. A causa del mancato intervento del sommergibile è stato presentato ora un esposto alla Procura di Roma e alla Procura militare per omissione di atti d’ufficio (ne ha dato notizia il legale di Open Arm, Arturo Salerni) nei confronti dell’intero equipaggio del “Venuti”: 35 militari.

Nella zona era stata avvistata anche una motovedetta libica che si avvicinò alla barca dei migranti senza intervenire. Su domanda del pm Gery Ferrara, il capitano Oliva ha detto che la sua relazione è stata inoltrata alla centrale operativa dei sommergibili e agli “altri organi competenti” tra cui la magistratura. Ma non sa quali soggetti della linea gerarchica siano stati informati. La pubblica accusa e le parti civili cercavano di capire se nella linea gerarchica ci fosse anche il ministro Salvini.

Le parti civili hanno poi fatto proiettare in aula un video di una tv spagnola che riprende la barca dei migranti con uno squarcio nella prua, circostanza che avrebbe indicato una condizione di pericolo. Ma il comandante Oliva ha riferito di non avere visto lo squarcio né di averlo registrato. Dall’esame delle immagini non è in grado di capire se lo squarcio costituisse un pericolo.

Pellegrino: “Non emergevano segnali di pericolo”

“Dalle informazioni ricevute non emergeva alcun segnale di pericolo”. Lo ha detto più volte il capitano di vascello Andrea Pellegrino, ufficiale della Marina militare, sentito come teste al processo Open Arms in cui è imputato il ministro Matteo Salvini. Pellegrino ha spiegato così la ragione per cui nell’agosto 2019 il sottomarino “Venuti” osservò e registrò le operazioni di salvataggio di un gruppo di migranti da parte della nave ong spagnola ma non intervenne. Sull’operazione l’ufficiale aveva presentato a suo tempo una relazione sulla quale è stato chiamato ora a dare chiarimenti. Il punto centrale della sua deposizione ha riguardato l’eventuale condizione di pericolo del ‘barchino’ dei migranti che avrebbe richiesto un intervento di salvataggio. Pellegrino ha sostenuto che questa esigenza non è stata avvertita perché l’imbarcazione aveva un assetto normale e una apparente buona navigabilità. Un passaggio della relazione di Pellegrino ha poi provocato un serrato confronto tra la difesa e le parti civili. L’ufficiale ha descritto i movimenti della Open Arms che all’improvviso avrebbe cambiato rotta. E questo ha alimentato l’ipotesi, solo l’ipotesi, che la nave potesse recarsi a un appuntamento con gli scafisti. Ma è un aspetto del caso sul quale, ha detto, non si hanno certezze.


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