MILANO – “Se mi condannano, a me non cambia il Natale. Rischia di essere un disastro per l’Italia. Perché se per la prima volta nella storia dell’Occidente viene condannato un ministro che ha difeso i confini, voi immaginatevi mezz’ora dopo scafisti trafficanti di tutto il mondo dove mandano barchini, barconi e barchette”. Così Matteo Salvini parlando a un incontro a Sesto San Giovanni (Milano) per la presentazione del nuovo libro del giornalista Paolo Del Debbio.
“Se mi assolvono torno a casa contento dai figli che almeno sui giornali leggeranno che il papà ha fatto il suo lavoro e il suo dovere, non è che sia un tizio strano, un sequestratore, un terrorista, un delinquente….”, ha aggiunto Salvini.
Un’eventuale condanna, ha proseguito, “non sarebbe un problema per Matteo Salvini”, pur ammettendo che “sicuramente preferisco l’assoluzione a sei anni di galera, anche perché le parti civili mi hanno chiesto un milione di euro di risarcimento danni perché ho turbato i clandestini sulla nave. Al massimo faremo una colletta. Ma il problema non è quello, siccome io amo il mio Paese, il messaggio che girerebbe in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti, al Canada alla Nigeria, la Libia, la Tunisia, l’Egitto e il Bangladesh sarebbe quello che in Italia si può fare tutto. ‘Andare perché se vi va male vi tengono li e vi danno la casa, il pane, il salame – ha concluso Salvini – ah no, il salame no…”.