Processo Open Arms: venerdì Salvini a Palermo - Live Sicilia

Processo Open Arms: venerdì Salvini a Palermo

Deporranno il capitano della nave, il prefetto di Agrigento e non solo

PALERMO – Venerdì si terrà a Palermo, presso l’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, la seconda udienza del processo che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco ai profughi soccorsi dalla nave Open Arms.

Verranno sentiti i testimoni richiesti dalla Procura Marc Reig Creus (capitano Open Arms), Dario Caputo (prefetto Agrigento), Rosa Maria Iraci (questore Agrigento), Vincenzo Asaro (direttore sanitario dell’ospedale di Licata), Cristina Camilleri (responsabile del Dipartimento salute mentale di Agrigento), Alessandro Dibenedetto (psicologo Emergency), Katia Valeria Di Natale (medico in servizio presso lo staff Cisom).

Al centro dell’udienza le condizioni fisiche e psicologiche dei naufraghi a bordo e le condizioni igienico-sanitarie della nave dopo venti giorni di attesa in mare, oltre che le varie fasi giuridiche e operative che caratterizzarono la missione.

“Durante la missione 65 effettuammo tre operazioni di soccorso, salvando un totale di 163 persone. – dice il comandante – Dopo aver esaurito tutte le possibilità legali e dovendoci proteggere dalle intemperie, ci ancorammo a 700 metri dall’isola di Lampedusa, all’interno delle acque territoriali italiane. Le condizioni delle persone soccorse peggioravano di giorno in giorno, nonostante gli enormi sforzi dell’equipaggio della Open Arms che si adoperò con ogni mezzo per prestare loro le cure necessarie. I naufraghi furono costretti ad attendere sul ponte della nostra nave subendo sofferenze inutili e gratuite. Inoltre, la disperazione e l’impotenza di fronte al rifiuto di sbarcare in un porto sicuro, spinsero alcuni di loro a tuffarsi in acqua senza che sapessero nuotare, cosa che mise ulteriormente in pericolo le loro vite. Mi auguro che la legge italiana faccia giustizia stabilendo le responsabilità di quegli eventi, dimostrando che i diritti umani devono sempre andare oltre gli interessi politici”.


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