Cronaca

Processo sul sistema Saguto |La difesa di Cappellano Seminara

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13 Luglio 2020, 11:35

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PALERMO – “Quella dell’amministratore giudiziario è una figura che non può essere amata e non sarà mai amata”. Lo ha detto l’avvocato Sergio Monaco, legale dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, imputato nel processo sul cosiddetto “Sistema Saguto” ripreso questa mattina all’aula Bunker di Caltanissetta.

Il processo ruota attorno alla presunta gestione illecita della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo durante la presidenza di Silvana Saguto, magistrato accusato di corruzione e radiato dalla magistratura proprio a seguito dell’inchiesta. “Il lavoro di amministratore giudiziario è un lavoro difficile – ha continuano il penalista – perché l’avvocato Cappellano Seminara doveva assumere, doveva licenziare, doveva essere l’interfaccia dell’autorità giudiziaria. E’ anche una figura molto invasiva. Perché si presenta alle aziende che vengono sequestrate e che poi deve amministrare con un suo criterio. Un amministratore giudiziario non può accontentare nessuno. Ognuno a casa propria organizzerebbe le cose alla propria maniera. E’ naturale poi – ha aggiunto il difensore – che l’amministrazione giudiziario si deve avvalere di collaboratori e che questo ha dei costi. Cappellano Seminara creò una struttura stabile di collaboratori con persone dedicate solo a quel tipo di lavoro. Queste persone vivevano con le liquidazioni e con i tempi che la giustizia impiegava per corrisponderle. E allora Cappellano Seminara preferiva mantenere una struttura efficiente e anticipare di tasca propria quelle che erano le esigenze dei collaboratori pur di assicurare efficacia e operatività alla sua struttura. Anticipazioni che – ha osservato il penalista – avrebbe recuperato al momento dei pagamenti. Il funzionamento di questa struttura è stato illustrato da diversi testi”.

“Gaetano Cappellano Seminara era l’amministratore giudiziario più competente di tutta la Sicilia ed era dotato e supportato da una struttura ben organizzata. Le nomine degli amministratori giudiziari sono collegiali. Non vi è stata nessuna trattativa privata” – ha affermato l’avvocato Monaco, difensore di fiducia dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto “Sistema Saguto”, che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 15 imputati.

Un sistema basato, secondo l’accusa, sul continuo scambio di favori e la gestione privatistica dei beni sequestrati alla mafia con al centro l’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, anche lei sotto processo. Gaetano Cappellano Seminara, per gli inquirenti, sarebbe stato uno dei professionisti del cerchio magico del magistrato e in forza del rapporto con la giudice avrebbe ricevuto decine di incarichi.

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Tra le contestazioni della Procura c’è l’affidamento da parte di Cappellano Seminara di consulenze al marito della Saguto, Lorenzo Caramma, in una procedura di prevenzione. “Nel 2010, l’ingegnere Lorenzo Caramma – ha detto l’avvocato Monaco – non era un disoccupato preso per strada a cui dare una sistemazione. E’ stato consulente del tribunale e perito soprattutto in incidenti stradali. Aveva competenze specifiche. Il fatto che la moglie fosse un magistrato, non era ritenuto un elemento ostativo. Questa situazione veniva invece ritenuta come un elemento di garanzia, di serietà e attendibilità”.

“Era il 2004 quando Caramma e Cappellano si incontrarono e Cappellano iniziò a dargli degli incarichi per le caratteristiche di dedizione e spirito di sacrificio che aveva Caramma. – ha aggiunto il legale -. Nel febbraio 2010, quando Silvana Saguto diventa presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, cosa avrebbe dovuto fare Cappellano Seminara? Doveva mandarlo? Sarebbe stata una grave discriminazione. Non c’era un divieto normativo”.

“Le parcelle erogate all’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, amministratore giudiziario, sono sempre state pagate secondo i principi previsti dai minimi tariffari previsti dalla legge”. Lo ha detto l’avvocato Sergio Monaco, legale di Gaetano Cappellano Seminara, nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto “Sistema Saguto”, che si celebra a Caltanissetta nei confronti di 15 imputati. “Per quanto riguarda l’amministrazione delle società appartenenti all’ex re della sanità privata Michele Aiello, l’avvocato Cappellano Seminara – ha aggiunto l’avvocato Sergio Monaco – ha percepito 400 mila euro più iva a fronte di una parcella da un milione di euro. Per il pagamento delle competenze, contrariamente a quanto sostenuto dal commercialista Andrea Dara, non è stato necessario procedere alla dismissione dei titoli di Aiello. I soldi erano nella disponibilità della clinica villa “Santa Teresa”. Nel corso del processo Dara – ha sostenuto il penalista – ha gettato discredito su Cappellano Seminara. Non si può non rilevare come ci sia trovati davanti ad atto di vendetta per dei contrasti sorti tra i due in passato”. La prossima udienza è fissata per domani. Proseguirà l’arringa difensiva dell’avvocato Sergio Monaco (ANSA).

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13 Luglio 2020, 11:35

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