05 Maggio 2015, 06:00
2 min di lettura
PALERMO- Il mondo della scuola scende in piazza. Professori, personale amministrativo, collaboratori scolastici e studenti invaderanno questa mattina le strade di Palermo, Catania, Milano, Bari, Cagliari e Roma. Uno sciopero generale, indetto da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda per protestare contro la riforma della scuola pubblica del governo Renzi. Un disegno di legge che non piace ai sindacati. “La Buona Scuola”, hanno più volte ribadito le cinque sigle oggi in piazza, rappresenta un attacco alla scuola pubblica e alla sua autonomia, alla libertà di insegnamento e al diritto allo studio.
10.58. “Le colonne della scuola siamo noi”, questo lo slogan dei prof in corteo.
10.40. Il corteo si muove, è arrivato in via Roma. Slogan contro la riforma della ‘Buona Scuola’.
9.30. Partiti i cortei a Palermo. Dal ‘Massimo’ gli studenti, da piazza Marina i professori.
A Palermo, il corteo si è dato appuntamento alle 9 in piazza Marina. Da lì si snoderà per corso Vittorio Emanuele, via Roma, via Mariano Stabile, via Ruggero Settimo per arrivare in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. A Catania, invece, il corteo da piazza Europa attraverserà Corso Italia fermandosi in piazza Roma. Sulle ragioni dello sciopero generale di oggi il ministro Stefania Giannini si è detta “perplessa”. I punti contestati, ha affermato, “sono assolutamente estranei a quello che noi vogliamo fare con la buona scuola, cioè autonomia scolastica e potenziamento dell’offerta formativa”.
Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone in un post su Facebook ha scritto: “Domani è il giorno dello sciopero contro ?#?labuonascuola. Lo sciopero è un diritto e chi governa ha il dovere di ascoltare e modificare il ddl qualora emergano suggerimenti validi. Noi stiamo ascoltando tanto e in alcuni casi correggendo, il lavoro che si sta facendo in commissione alla Camera lo dimostra. Se lo sciopero deve esprimere un dissenso, questo dissenso deve essere motivato. Domani (oggi, ndr) in piazza ci sarà una minoranza del paese, la più chiassosa, ma sempre di minoranza si tratta. I sindacati conservatori costruiscono le paure e poi le cavalcano. Noi abbiamo dal primo giorno puntato sulla fiducia e sulla speranza”.
Ma i sindacati scendono in piazza oggi nella speranza che ci sia ancora la possibilità che il governo Renzi cambi idea su alcuni punti essenziali della riforma. E pare che qualche spiraglio si sia almeno socchuso. Governo e maggioranza, infatti, se da una parte continuano a ribadire l’intenzione di andare avanti verso l’approvazione del ddl, dall’altra sembrano aver aperto al dialogo.
Pubblicato il
05 Maggio 2015, 06:00