Profili falsi, truffe e “sextortion” |La Bella: “Non cedere ai ricatti”

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06 Settembre 2016, 13:04

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CATANIA – E’ capitato a molti, forse moltissimi, di ricevere richieste di amicizia da persone che proprio non si conoscono, capita spesso soprattutto a professionisti che, tramite facebook o altri social veicola la propria professione o la propria immagine. Colleghi, amici degli amici, semplici curiosi. Spesso, sempre più spesso, però fra le richieste che in molti maldestramente accettano, forse solo per aumentare il numero dei propri amici ce ne sono alcune che, se non adeguatamente trattate (sarebbe meglio evitarle del tutto) possono crearci problemi molto seri. E’ il caso dei profili fake (falsi): ossia profili dai nomi e cognomi inventati, le cui immagini vengono scaricate alla rinfusa da internet per rendere più plausibile la veridicità del profilo, in alcuni casi, i peggiori, i profili sono dei copioni esatti di profili conosciuti, utilizzati per denigrare o carpire informazioni private del malcapitato. Dei pericoli connessi all’utilizzo non responsabile dei social abbiamo discusso con Marcello La Bella, Dirigente Sicilia Orientale della Polizia Postale.

Ogni giorno, alcuni profili internet, specialmente di professionisti vengono tempestate di richieste di amicizie di profili falsi, spesso di soggetti verosimilmente di sesso femminile, di bella presenza e apparentemente molto disponibili, alcuni mal capitati si sono rivolti alla Polizia Postale dopo aver incautamente intrattenuto chat a sfondo sessuale con loro. Ci può dire come funziona questa truffa?

Il reato, che è di tipo estorsivo, è comunemente conosciuto in gergo con il termine di sextortion, casi di sexual ed extorsion, una estorsione a sfondo sessuale. E’ purtroppo un fenomeno in crescita su internet e la migliore arma è la prevenzione, come ricordiamo con le varie campagne informative della Polizia di Stato. La condotta parte da un adescamento on-line, nella maggior parte dei casi sul social Facebook, ma anche Linkedin e in misura minore altre piattaforme, in cui l’utente, di sesso maschile, riceve una richiesta di amicizia da una avvenente ragazza. Lo scopo è quello di convincere il malcapitato a spogliarsi o compiere atti di autoerotismo per poi catturare un video o una immagine e ricattarlo con una richiesta di denaro e la minaccia che, se non dovesse pagare, il video o l’immagine saranno divulgate on-line alla visione di amici e familiari.

Quante denuncie ricevete per questo tipo di truffa?

Le denunce formalmente presentate alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania sono state circa 50 l’anno scorso e 40 nel corrente anno, ma molti sicuramente sono i casi che non sono denunciati.

Le nazioni da cui partono queste tipologie di truffa, collaborano in qualche maniera?

Dalle indagini recenti, condotte a livello nazionale dalla Polizia di Stato in collaborazione con Interpol, sembra emergere l’esistenza di vere bande criminali che arruolano belle ragazze e che operano soprattutto nei Paesi dell’est Europa e del centro Africa, ma anche in Marocco e Costa d’Avorio. Purtroppo, le indagini non sono semplici poichè necessita la collaborazione giudiziaria dei Paesi ove operano queste organizzazioni. La Polizia di Stato, tramite la Specialità della Polizia Postale e delle Comunicazioni, comunque, ha avviato da tempo con l’Interpol diverse investigazioni per cercare di reprimere il fenomeno.

Il reato che si consuma a danno dello sprovveduto utente facebook qual’è?

E’ il reato di estorsione, consumata se l’utente dovesse pagare e tentata se non cede al ricatto.

Come ci si può difendere da questo tipo di truffa?

Come detto la migliore arma è la prevenzione. Diffidare dalle richieste di “amicizia virtuale” che provengono da utenti sconosciuti, non accettare inviti a sfondo sessuale e, nel caso in cui si sia rimasti vittime, non lasciarsi intimorire e non cedere al ricatto denunciando alla Polizia.

Se si è già caduti nel tranello cosa si può fare?

Come detto non pagare e denunciare alle Forze di polizia.

Altro problema in cui si può incappare sui social è quello di essere vittima di minacce o messaggi continui ed intimidatori proveniente da profili sconosciuti, spesso aperti solo al fine di vessare la povera vittima, vorrei chiederle: cosa rischia chi apre profili falsi su facebook e utilizza gli stessi per inviare messaggi anonimi?

Se ci si sostituisce all’identità di un’altra persona il reato è quello di sostituzione di persona. Poi occorre vedere successivamente che cosa si fa con il profilo “clonato”.

Il reato di stalking vale anche in caso di contatti ripetuti e non voluti tramite social?

Potrebbe configurarsi il reato di atti persecutori , art. 612 bis codice penale, nel caso in cui i messaggi siano reiterati nel tempo e abbiano carattere di molestie ovvero contengano delle minacce tali da creare un grave stato d’ansia o di timore nella vittima.

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06 Settembre 2016, 13:04

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