27 Maggio 2018, 17:29
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CATANIA – Esecutivo giallo-verde: ecco cosa pensa il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita. “Per noi magistrati non dovrebbero esistere governi amici o nemici: aspettiamo i fatti e poi valuteremo”, è la premessa, comunque. “La cosa che più mi sorprende e’ che per la prima volta in un programma di Governo sulla giustizia non vedo ‘insidie’ per la nostra indipendenza e autonomia: forse perché sono già arrivate al loro minimo storico”. Lo sostiene il procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita, candidato al Csm per ‘Antonomia e Indipendenza’, il gruppo di Piercamillo Davigo, in una intervista al Fatto Quotidiano, parlando del governo gialloverde in gestazione.
Per Ardita il programma M5s-Lega non è ‘manettaro’: “Nemmeno per idea, ma – precisa – tutto e’ relativo: in un Paese in cui la percentuale di colletti bianchi in esecuzione pena e’ meno di un decimo rispetto alla media europea, anche solo l’idea di aumentare il controllo di legalità sulla classe dirigente genera una psicosi collettiva”. Parlando di impegno anticorruzione e conflitto di interessi i punti qualificanti del programma, Ardita spiega che “Le due questioni sono collegate: se chi sta ai vertici dello Stato può prendere decisioni che incidono sul suo patrimonio o sulla sua azienda, come si può pretendere poi che l’ultimo dei funzionari sia ligio al proprio dovere?”. Perplessità Ardita la esprime riguardo la legittima difesa perché “se l’obiettivo – sottolinea – e’ rafforzare l’apparato di difesa sociale, non c’e’ bisogno di esaltare l’autodifesa delegando al cittadino compiti che non spettano loro. Non si può togliere la vita per difendere il patrimonio, ne’ sparare su persone in fuga. Per difendere la famiglia da un pericolo concreto bastano già le regole in vigore”.
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27 Maggio 2018, 17:29