15 Dicembre 2020, 17:10
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PALERMO- Il dottore Aurelio Puleo, primario del pronto soccorso di Villa Sofia, ha scritto sulla sua pagina Facebook, pubblicando la foto di una folla natalizia: “Terza ondata ormai inevitabile, ancora altri morti….(speriamo di fare in tempo a proteggere col vaccino quanto più esposti sarà possibile). Morire per il cenone… “.
Il dottore Puleo è una persona misuratissima, mai incline alla drammatizzazione. Uno che ama il suo lavoro, abituato alle situazioni di tensione. Quel grido di dolore rappresenta uno stato d’animo, assai diffuso tra i medici, di forte preoccupazione. Con l’ordinanza del presidente Musumeci si sta provando a proteggere la Sicilia dallo sbarco di contagi che potrebbero aggravare ulteriormente la frontiera del Covid. Ma è all’interno che i comportamenti, dopo l’allentamento delle misure di protezione, destano allarme. Il commissario per l’emergenza a Palermo, Renato Costa, è stato chiaro: “Si rischia di vanificare tutto. Spero sempre che ci sia responsabilità, evitando imposizioni che causino tragedie economiche. Ma se la gente non capisce…”.
Un’occhiata ai numeri può dare una istantanea dei pronto soccorso palermitani e del carico che affrontano, nella seconda ondata. Si tratta di dati in aumento rispetto a qualche settimana fa, nei rilievi giornalieri di controllo che abbiamo effettuato. Intorno alle tre del pomeriggio, dalla schermata online risultano circa trenta pazienti al pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’, che è dedicato esclusivamente al Covid, per un indice di sovraffollamento del 140 per cento. Il cento per cento dell’indice di sovraffollamento – è utile ricordarlo – mostra il massimo della capienza fisiologica della struttura. Oltre, teoricamente, siamo nell’eccezione.
Una percentuale che nel pronto soccorso di Villa Sofia, per esempio, è parecchio superiore al limite: allo stesso orario, novanta persone e un indice del trecento per cento. Trentadue persone, un indice del 145 per cento al pronto soccorso dell’ospedale Civico, tornato ‘generale’, dopo settimane intense nella trincea del Covid, con il divampare di un focolaio che è stato domato. Le percentuali, nel corso della giornata, sono pressapoco queste. “Penso che si debba parlare di ripresa della seconda ondata – dice il primario del pronto soccorso del Civico, il dottore Massimo Geraci – perché è possibile che la risalita dei contagi arrivi prima rispetto perfino ai tempi previsti”.
“Siamo sempre in allarme, a prescindere da numeri che possono variare ogni giorno. Comunque, quotidianamente, sette o otto pazienti sono casi gravi – dice la dottoressa Tiziana Maniscalchi, facente funzione del primario al pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’ -. Mi pare chiaro che avremo la terza ondata, anche se non ne conosciamo le dimensioni. Ho visto le immagini delle persone che si affollano. Stiamo arrivando al vaccino. Vale la pena di mettersi così a rischio e di mettere a rischio gli altri? Il Covid ha un andamento imprevedibile. Ieri ho parlato con un collega medico che non si sentiva bene, oggi ho saputo che è in rianimazione. Eppure dovrebbe essere chiara l’importanza del distanziamento”. Dovrebbe, ma chissà se lo è. I confini sono presidiati da persone che lavorano senza sosta. E poi?
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15 Dicembre 2020, 17:10