27 Febbraio 2018, 05:09
1 min di lettura
PALERMO – Le tesi di accusa e difesa restano contrapposte. Si segnala, però, una volta tanto, la velocità della giustizia. L’inchiesta è stata archiviata in poco più di tre mesi. Ha pesato il fatto che mancava la querela per incriminare un rumeno per tentata violenza sessuale e lesioni ai danni di una prostituta. Accusa che l’indagato, un trentanovenne istruttore di pesca, e il suo legale, l’avvocato Ivano Natoli, continuano a respingere. L’uomo, finito in manette, è stato scarcerato.
Nel novembre scorso l’indagato avvicina una prostituta, sua connazionale, in via Ernesto Basile. Concorda il prezzo di 40 euro. Mentre sono appartati arrivano altri due rumeni in macchina, probabilmente sono i protettori della ragazza, e la costringono a interrompere la prestazione.
Il cliente si allontana, ma dopo pochi minuti torna dalla ragazza. Vuole indietro i suoi soldi. La prostituta non ci sta e gli spruzza sugli occhi uno spry al peperoncino. Il cliente viene accecato. Sopraggiunge una macchina con due uomini a bordo. Hanno toni e movenze minacciose. L’uomo teme che si tratti dei protettori della prostituta e allora si arma con un attrezzo per la pesca che conserva nel portabagagli. È il machete che gli trovano i poliziotti.
Nel frattempo la ragazza si rifugia in un gabbiotto nella vicina Università. Racconta di avere subito un tentativo di violenza sessuale. “Si è inventato tutto”, si difende il rumeno che si ritrova, però, sotto accusa. L’avvocato Natoli si attiva nella difesa. Nel frattempo emerge che la presunta vittima non ha presentato la querela necessaria per procedere alla contestazione. Da qui la richiesta di archiviazione e l’archiviazione. Il tutto avvenuto in tempi record
Pubblicato il
27 Febbraio 2018, 05:09