Lucciole "made in China"| I residenti: "Si era sparsa la voce" - Live Sicilia

Lucciole “made in China”| I residenti: “Si era sparsa la voce”

All'interno di un'abitazione, la polizia ha scoperto un giro a luci rosse che coinvolgeva quattro donne cinesi. Una di loro, Tang Lijuan, proprietaria dell'appartamento, è stata arrestata per favoreggiamento alla prostituzione. Parlano gli abitanti e i commercianti della zona: "Il viavai dei clienti aumentava, se ne parlava anche in autobus. Adesso si pensi alle lucciole in strada".

PALERMO – Tacchi a spillo, minigonne, trucco pesante. Segnali inequivocabili per i residenti e i negozianti di via Lincoln, che da tempo sospettavano qualcosa. I dubbi si sono trasformati in certezza quando in quell’appartamento al primo piano della palazzina al civico 176 la polizia ha scoperto una casa d’appuntamenti made in China. Quattro le donne che si trovavano nell’abitazione, una delle quali trovata nel bel mezzo di un rapporto sessuale con un cliente palermitano. Cinquanta euro a prestazione, ma gli “sconti” non erano rari. In zona si vociferava da mesi della presenza di uno strano giro di prostituzione: quell’insolito viavai dalla vecchia palazzina a pochi metri dalla stazione centrale non era passato inosservato:

“Anche in autobus avevo sentito parlare di una casa di appuntamenti in via Lincoln – dice la commessa di una profumeria – ma non avrei mai pensato si trovasse accanto al nostro negozio. Ne parlavano alcuni signori, scherzando, ma in realtà conoscevano anche le tariffe”. A prendere in affitto l’appartamento, Lijuan Tang, cittadina 46enne cinese che gestiva l’attività illecita: “La notavamo spesso attendere davanti al portoncino – aggiunge il titolare di un altro esercizio commerciale – e credo fosse amica di alcuni negozianti cinesi in via Lincoln, ormai diventata la nostra ‘Chinatown'”.

“Entrava e usciva gente in continuazione, specialmente dopo le 20 – racconta un residente dello stabile di fronte – . La situazione in via Lincoln è già complicata per noi che ci viviamo: abbiamo le prostitute sotto casa, i loro incontri coi clienti avvengono vicino ai palazzi e sentiamo la nostra sicurezza a rischio in seguito ad un’escalation di furti e rapine   irrefrenabile”.

Ed è stato proprio il passaparola a fare finire la donna in trappola, insieme alle ragazze che lavoravano per lei. A questo, si sono aggiunti gli inequivocabili annunci apparsi diverse volte sui quotidiani locali e le segnalazioni alla polizia da parte dei residenti, che hanno fatto scattare un apposito servizio anti prostituzione della polizia. Per Tang si sono aperte le porte del carcere Pagliarelli, con l’accusa di favoreggiamento e induzione alla prostituzione, mentre una delle ragazze è risultata irregolare sul territorio nazionale. L’appartamento è stato sequestrato. Trovati dai poliziotti anche soldi in contanti, frutto dell’attività di prostituzione, un pc portatile e numerosi preservativi.

“Incredibile come si fosse sparsa la voce – conclude la titolare di un bar a pochi passi da piazza Giulio Cesare – io l’ho saputo in treno. Vivo a Cinisi e, ogni giorno, durante il viaggio, chiacchiero con molte persone. E’ stata una signora che vive in via Lincoln a raccontarmi della casa d’appuntamenti quando le ho detto di gestire un bar nella zona. Per fortuna è venuto tutto a galla, ma bisognerebbe contrastare anche la prostituzione lungo le strade e le traverse del quartiere. Dopo le 20, attraversarle diventa un incubo”.


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