01 Febbraio 2017, 12:03
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PALERMO – I carabinieri eseguito tre misure cautelari nei confronti di tre indagati per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, detenzione abusiva di armi ed estorsione. L’indagine scattata nel 2015 ha fatto luce su un fiorente giro di prostituzione nei comuni di Cerda Montemaggiore Belsito e Trabia, in provincia di Palermo. Nell’attività sono coinvolte donne dell’est europeo e italiane. Ai domiciliari con braccialetto elettronico è finito Vincenzo Scaccia, 64 anni di Montemaggiore Belsito.
Secondo le indagini dei carabinieri della compagnia di Termini Imerese avrebbe favorito la prostituzione di una ragazza di nazionalità romena e di una donna del luogo, procurando i clienti, individuando i luoghi dove effettuare gli incontri e percependo soldi dall’attività. Scaccia avrebbe anche una pistola detenuta abusivamente che ha mostrato ad una delle due prostitute che voleva ribellarsi. In casa sono stati trovati pallottole calibro 38. Si deve presentare alla polizia giudiziaria Domenico Runfola di 50 anni, anche lui di Montemaggiore Belsito. Anche lui sarebbe stato in affari con Scaccia e avrebbe sfruttato due prostitute dell’hinterland accompagnandole agli incontri con i clienti che lo stesso Runfola contattava, organizzandone la trasferta presso la sua “base logistica”. Gli incontri avvenivano in varie località, tra cui le abitazioni degli stessi clienti e presso alcuni alberghi del comprensorio madonita.
Per Giovanna Guagenti, 31 anni residente a Trabia nella frazione di San Nicola L’Arena è scattato il divieto di dimora. La donna come hanno accertato i militari svolgeva attività di prostituzione presso un “centro massaggi” da lei gestito. La donna aveva creato un profilo Facebook per pubblicizzare il centro massaggi e avrebbe consentito ad altre ragazze di prostituirsi con i diversi clienti, percependo parte del compenso. La donna avrebbe anche costretto un cliente a versarle la somma di 700 euro minacciando di riferire alla moglie della loro relazione. Avrebbe anche raccontato che fosse rimasta incinta. Stessa sorte toccata ad altro cliente. Solo che in questo caso le somme erano più modeste. (ANSA)
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01 Febbraio 2017, 12:03