20 Novembre 2014, 19:23
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PALERMO- Panoramica sulle scuole di Palermo in agitazione, c’è chi occupa e chi sceglie altro. Ed entrambe le due categorie rivendicano la scelta con passione. I ragazzi della succursale del liceo classico Garibaldi raccontano come trascorrono il tempo nell’istituto occupato: “Stiamo lavorando in maniera concreta – dice uno studente – organizziamo seminari e laboratori formativi, discutiamo sulle tematiche di interesse pubblico”. Indignati dall’accusa di volere anticipare le vacanze di Natale, gli studenti spiegano le loro ragioni: “Siamo contro la riforma della Buona Scuola, il numero chiuso dei test d’accesso all’università – dicono -. Inoltre abbiamo ottenuto un importante risultato relativo alla palestra della scuola, contesa tra medie e liceo. Siamo in attesa dei fondi necessari”.
Grande il dispiacere per il raid violento avvenuto pochi giorni fa nella notte: “Era certamente un’azione organizzata – continua lo studente che funge da voce narrante – erano circa 15 ragazzi a volto coperto che sono venuti intenzionalmente a danneggiare l’edificio. Nonostante tutto, continuiamo a perseguire i nostri scopi, anche se ci aspettavamo maggiore partecipazione e mobilità dagli altri istituti”.
Gli studenti del Garibaldi non sono gli unici impegnati. Ci sono anche altri modi di farsi sentire. Al liceo classico Umberto I verrà indetta la settimana della sensibilizzazione: “La mattina, per le prime tre ore si svolgeranno attività di approfondimento e recupero – dice il rappresentante d’istituto – dopo la ricreazione si terranno dei laboratori per favorire il dibattito e la conoscenza di determinati argomenti. Inoltre la scuola sarà aperta anche il pomeriggio”. ‘Disoccupano’ invece gli studenti dell’Istituto Nautico
Alla lista delle scuole occupate, si aggiunge la sede principale del liceo linguistico Ninni Cassarà. “Abbiamo occupato per conformarci al movimento studentesco e per muoverci tutti insieme – parla la rappresentante di istituto -. Non ce ne stiamo con le mani in mano, se non siamo noi a reclamare per quello che ci spetta non lo farà nessuno al posto nostro. Crediamo nell’occupazione come forma di protesta, tra l’altro, l’unica che storicamente ha fatto ottenere dei risultati. Grazie all’occupazione dello scorso anno, per esempio, è stato il progetto “Sos scuola” volto all’abbellimento dell’istituto”.
In effetti, pian terreno e primo piano sono in mano agli occupanti ma al secondo piano le lezioni vengono svolte regolarmente, “così che, possa comunque essere garantito il diritto allo studio” spiega la preside dell’istituto, Daniela Crimi, che aggiunge: “La sede centrale, fortunatamente, non ha problemi legati all’edilizia, proprio grazie al progetto ‘Sos Scuola’, è stata interamente ristrutturata questa estate. Per questo abbiamo intenzione di estendere il progetto anche alle succursale di via Fattori”.
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20 Novembre 2014, 19:23