Sit in dei lavoratori della Palma |Le Poste non rinnovano contratto

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02 Ottobre 2014, 10:22

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CATANIA – È stata una manifestazione di protesta molto partecipata quella organizzata stamattina dai lavoratori della agenzia di recapito postale Palma srl sotto la sede della Prefettura di Catania. I 47 addetti hanno perso il lavoro poiché Poste Italiane ha internalizzato il servizio di raccomandate che sin dal 2000 era stato affidato a Palma srl, il più importante partner di poste italiane relativamente al tipo di servizio.

“Questi lavoratori, molti dei quali cinquantenni, si ritroveranno dal 7 ottobre senza lavoro. Inspiegabilmente Poste Italiane ha cancellato il loro futuro”, dichiara Nino Gelardi sindacalista SLC CGIL Catania. “E’ paradossale che in un momento così delicato per l’occupazione nel nostro paese, e soprattutto in Sicilia, la più grande azienda italiana per numero di addetti e che per altro è interamente di proprietà del Ministero del Tesoro, condanni all’esclusione sociale 52 lavoratori. Sino a questo momento i bandi, attraverso i quali Poste Italiane ha affidato il servizio all’esterno sono stati vessatori nei confronti delle aziende a cui è stato affidato il servizio. Una raccomandata che costa al cittadino dai 3,50 ai 13,50 euro è stata pagata alle agenzie di recapito 0,98 centesimi. Nonostante ciò, la grande capacità lavorativa degli addetti dei servizi privati ha fatto si che il servizio venisse sempre garantito nelle migliori condizioni possibili. Ma perché Poste Italiane intende reinternalizzare il servizio? Che cosa ci sta dietro? Non ci parlino di bilanci poiché i numeri parlano da soli e non ci parlino di una necessità che viene meno”.

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Giovanni Pistorio, componente della segreteria provinciale CGIL, aggiunge: “E’ necessario che in questo settore venga sostenuta la buona occupazione e con essa la piccola e media impresa che in tale settore ha formato il proprio personale. Altrimenti, con la piena liberalizzazione e e con l’avvento delle multinazionali straniere , in assenza di regole, rischia di alimentarsi la catena del subappalto dietro cui potrebbero celarsi strani interessi. Per quanto ci riguarda chiederemo a Poste Italiane di assumere in pieno la responsabilità, anche sociale, di tali licenziamenti garantendo il lavoro, anche al proprio interno a tutti i 47 lavoratori soprattutto in considerazione che ha dichiarato di dover assumere 67 nuovi portalettere in Sicilia molti dei quali a Catania. Interverremo a sostegno delle pratiche trasparenti a favore della sana e piena occupazione a tutti i livelli istituzionali. Questa ingiustizia va sanata.”

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02 Ottobre 2014, 10:22

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