18 Marzo 2011, 19:44
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Raffaele Lombardo ci riprova. Il Movimento per le Autonomie non lo soddisfa più, è un angusto reticolato rispetto alle sfolgoranti ambizioni del sicilianismo nel mondo. Anche l’Evis non è più di moda: voltare pagina si deve. L’appuntamento epocale di domani è annunciato nel blog del governatore: “La presentazione della fase costituente di rifondazione del Movimento per l’Autonomia la apriremo sabato prossimo (domani, appunto) alle 10,30 dinnanzi ad alcuni amici del movimento e non, all’Albergo delle Povere a Palermo, per avviare questa fase che ci vedrà tutti impegnati in questo nuovo progetto politico che, ritengo, entro fine aprile non potrà che concludersi”. Le linee guida. Scavando nel blog qualcosa si trova: “C’è un federalismo che ancora non sappiamo quanto ci costerà. I ministri siciliani e i parlamentari meridionali, magari più numerosi dei leghisti, forse non si accorgono di quello che sta succedendo. Possibile che non ci si organizzi politicamente per difenderci dalle gravi difficoltà che ci si vengono a creare? Ecco perché è necessario un nuovo movimento che non sia cameriere del Pdl o del Pd e che serva davvero ai siciliani e ai meridionali. Noi vogliamo offrire ai meridionali uno strumento diverso, nuovo e più forte”.
“Perché la Lega riesce ad imporre il federalismo? Perché ha i deputati senza i quali Berlusconi va a casa per cui il governo è costretto a fare in quel modo, piaccia o non piaccia. Il nostro movimento deve evolversi e aprirsi alla società e ai tanti che vogliono fare politica. Invece oggi sembra chiuso ed arroccato attorno alle posizioni di privilegio di quelli che ci sono. Esiste un nucleo forte da cui partire e che nessuno vuole mettere in discussione purché alcuni rivedano il loro modo di essere e di agire: apertura, generosità, disinteresse. La politica si fa perché ci si crede e perché ci si sacrifica per gli altri. Se non fosse così, con tutto il rispetto, un mestiere per vivere dignitosamente molti politici se lo sarebbero potuto costruire”.
Noi che raramente siamo stati teneri col vicerè Lombardo, stavolta siamo convinti della quasi bontà teorica dell’assunto. Qualcuno deve fare qualcosa, altrimenti vedremo Bossi a cavallo di Calderoli attingere all’acqua della fontana di piazza Pretoria. Non sappiamo se Raffaele Lombardo avrà la statura politica per realizzare un progetto realmente utile e ambizioso, un pensatoio siciliano che converga nel senso di una vera unità nazionale. Non sappiamo nemmeno se potrà esserne il vate. Troppe ombre sul suo governo, troppa inefficienza, qualche dubbio etico pure sulla sua condotta personale. Lui ci prova, comunque. L’essenziale è altrove: qualcuno ci riuscirà prima o poi? Al momento, pare che la confusione regni sovrana. Tra il serio e il faceto, Lombardo pensa a Camilleri leader. Pistorio rilancia Saviano. Per fortuna, Sciascia non è disponibile.
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18 Marzo 2011, 19:44