Prove di dialogo: Pd, Sel e M5S | trovano le prime convergenze

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26 Maggio 2013, 16:17

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PALERMO – “Mi sono sentito come a casa”. Al termine di due ore di dibattito le parole del senatore grillino Francesco Campanella hanno un significato ben preciso: una convergenza si può trovare, basta volerlo. Per la prima volta in Sicilia, e per la seconda assoluta, a discutere su temi politici in un incontro pubblico sono esponenti di primo piano del Partito democratico, di Sinistra ecologia e libertà e del Movimento cinque stelle.

A fianco di Campanella siede Corradino Mineo che, seppur da indipendente, era il capolista al Senato dei democratici alle ultime elezioni. Poco più in là il moderatore Mario Azzolini ed il coordinatore regionale di Sel Erasmo Palazzotto. Il tema generale è quello della Sicilia. Poco alla volta però emergono le questioni specifiche su cui si nota, di caso in  caso, una sintonia di fondo. Nessun laboratorio per alleanze a stretto giro di posta, ma una prova generale.

Ad aprire il dibattito è il mea culpa dell’ex direttore di RaiNews24. “Bersani avrebbe dovuto fare un passo indietro, insistendo su due o tre cose da fare senza la pregiudiziale del suo incarico a presidente del Consiglio. In questa circostanza avremmo potuto avere un governino davvero di cambiamento, e non questo governissimo”. Il senatore democratico ribadisce anche il concetto espresso già nelle scorse settimane sulla responsabilità del capo dello Stato. “Napolitano – ricorda – si è convinto che in questo momento di difficoltà la soluzione sia mettere assieme quello che resta del vecchio ceto politico. Non è così: le riforme si fanno rompendo con il passato”.

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La convergenza fra i tre palermitani non è però solo teorica. Ha argomenti comuni: il no al Muos, la valorizzazione dei beni culturali, il sostegno all’agricoltura, l’attenzione ai rifiuti ed alle rinnovabili, il rilancio della cantieristica ed il credito alle piccole e medie imprese. Non tutti temi strettamente di sinistra a dire il vero. E mentre Palazzotto prova a togliere dall’impaccio dell’appartenenza ideologica il pentastellato (“Non mi interessa capire se il Movimento cinque stelle sia di destra o di sinistra, ma comprendere su quali temi c’è convergenza”), è lo stesso Campanella a precisare: “Io sono di sinistra, l’ho sempre rivendicato”. A poche centinaia di metri ci sono altri portavoce grillini in piazza con un banchetto di fronte il teatro Politeama. Fra questi Riccardo Nuti, che fra pochi giorni diventerà capogruppo alla Camera del M5S: “Non siamo contrari ad incontri pubblici in cui si discuta di temi importanti per i cittadini – sottolinea – i partiti però ricordino che non ci stiamo ad accettare le loro ricette precostituite”. Un distinguo che autentica una modalità di confronto inedita. “Serve discutere, e non soltanto in Parlamento – rilancia Mineo – facciamo dei comitati per discutere su quelli che sono i temi comuni. Poi portiamoli alla Camera ed al Senato, e vediamo chi ha la forza di opporsi”. Una sinistra grillina battagliera e in cerca di un riferimento che vuole riannodare i fili del dialogo recisi dall’umiliazione in diretta streaming patita da Pierluigi Bersani.

C’è spazio pure per una replica ad Antonio Ingroia, che ieri aveva criticato Vendola per aver usato “strategie da vecchia politica per entrare in Parlamento”. Palazzotto è diplomatico: “Non è un tema che mi appassiona, piuttosto credo sia opportuno parlare di priorità, come ad esempio il reddito di cittadinanza”. Più duro invece Mineo: “A sinistra di Sel fanno come nel governissimo, mettendo assieme di tutto includendo il vecchio ceto politico e la società civile”. Il dialogo, insomma, non è aperto proprio a tutti.

 

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26 Maggio 2013, 16:17

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